Aziende in crisi, la Callipo ricorre alla cassa integrazione. Colacchio: “Così chiudiamo tutti”

"Sono mesi che lanciamo allarmi, ma nessuno ci sta a sentire e la situazione non è più sostenibile" ha dichiarato il presidente della Confindustria di Vibo Valentia
colacchio

È scattata la cassa integrazione guadagni per i dipendenti della Callipo, la nota azienda produttrice di prodotti agroalimentari con sede a Maierato (Vibo Valentia), annunciata nei giorni scorsi all’AGI dal presidente Filippo Callipo (LEGGI QUI). La decisione è stata assunta, ha spiegato Callipo, alla luce del vertiginoso aumento delle tariffe elettriche. I lavoratori si fermeranno a turno per un giorno a settimana fino a fine anno. “Sono mesi che lanciamo allarmi, ma nessuno ci sta a sentire e la situazione non è più sostenibile. Io perdo qualcosa come tremila euro al giorno, non si può andare avanti così” ha dichiarato stamane all’AGI il presidente della Confindustria di Vibo Valentia, Rocco Colacchio.

“Il metano una volta costava venti centesimi a metro cubo, ora è intorno ai tre euro, come facciamo? Noi – afferma Colacchio, titolare di un pastificio e di un biscottificio – consumiamo 600 metri cubi al giorno, i nostri forni lavorano e hanno giustamente alti consumi. Il settore degli alimentari è quello più colpito: noi non possiamo aumentare i prezzi del 50 o 60 per cento, sarebbe folle, chi comprerebbe più i nostri prodotti? Quindi noi stiamo facendo debiti per continuare a stare sul mercato, ma non so fino a quando resisteremo. Lo sostengo da marzo del 2022, lo abbiamo detto a luglio al governatore Occhiuto quando è venuto in Calabria il presidente di Confindustria Bonomi: siamo ad un passo dal baratro. Gli aumenti sono enormi e sotto gli occhi di tutti. La politica cosa fa? Le industrie alimentari sono le più colpite, non possiamo aumentare i prezzi. Rischiamo tutti – conclude – di dover fermare la produzione: a marzo siamo stati fermi tre settimane, poi i prezzi si sono calmierati e abbiamo riaperto, ma adesso siamo al punto di rottura”.

“Il metano una volta costava venti centesimi a metro cubo, ora è intorno ai tre euro, come facciamo? Noi – afferma Colacchio, titolare di un pastificio e di un biscottificio – consumiamo 600 metri cubi al giorno, i nostri forni lavorano e hanno giustamente alti consumi. Il settore degli alimentari è quello più colpito: noi non possiamo aumentare i prezzi del 50 o 60 per cento, sarebbe folle, chi comprerebbe più i nostri prodotti? Quindi noi stiamo facendo debiti per continuare a stare sul mercato, ma non so fino a quando resisteremo. Lo sostengo da marzo del 2022, lo abbiamo detto a luglio al governatore Occhiuto quando è venuto in Calabria il presidente di Confindustria Bonomi: siamo ad un passo dal baratro. Gli aumenti sono enormi e sotto gli occhi di tutti. La politica cosa fa? Le industrie alimentari sono le più colpite, non possiamo aumentare i prezzi. Rischiamo tutti – conclude – di dover fermare la produzione: a marzo siamo stati fermi tre settimane, poi i prezzi si sono calmierati e abbiamo riaperto, ma adesso siamo al punto di rottura”.

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