di Mimmo Famularo – “Prisoner Tax”, “Last Generation” e, adesso, “The Keys”. Sono i nomi in codice delle inchieste antidroga della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, condotte sul campo dai carabinieri del Comando provinciale. Unico comun denominatore il Soveratese, sempre più epicentro del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine che nel corso della notte appena trascorsa ha portato all’esecuzione di 21 misure cautelari è la prosecuzione di “Prisoner Tax” e “Last Generation” nella più complessiva strategia di contrasto allo spaccio di droga nel territorio catanzarese. E’ ancor di più l’appendice dell’inchiesta “Molo 13” che proprio la settimana scorsa aveva permesso alla Procura guidata da Nicola Gratteri di sgominare una presunta organizzazione facente capo alla famiglia di ‘ndrangheta dei Gallace di Guardavalle dedita al traffico di droga dal Sudamerica. E se in quell’occasione è stata documentata l’importazione in mezzo mondo della cocaina, l’indagine di oggi si concentra sulla distribuzione al dettaglio. “Questa indagine – dichiara Gratteri – è il completamento e la chiusura del cerchio rispetto all’operazione della settimana scorsa. La stessa organizzazione e la stessa struttura che importavano droga dalla Colombia estendosi in mezzo mondo in questa occasione si occupavano della distribuzione di droga in tutta la provincia di Catanzaro”.
Dalla Colombia a Soverato nel segno dei Gallace
Dalla Colombia a Soverato nel segno dei Gallace
Lo faceva anche utilizzando ragazzi minorenni come corrieri e come pusher per la vendita al dettaglio della cocaina. “Questo denota la spregiudicatezza delle organizzazioni criminali – aggiunge Gratteri – che pur di guadagnare non esita a coinvolgere giovani minorenni”. L’interessamento dei minori nelle attività di spaccio non è una novità assoluta. Il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla precisa che ciò però avviene prevalentemente in determinati ambiti. “In questo caso – spiega il vice di Gratteri – l’uso di soggetti minorenni ha i suoi legami con esponenti di rilievo che gravitano nella cosca Gallace e questo è l’elemento caratterizzante dell’indagine odierna. Nella organizzazione c’è anche un soggetto coinvolto nell’operazione della scorsa settimana a conferma del legame strettissimo tra l’attività di importazione e quella di smistamento della droga sul territorio. E’ il collante tra le due strutture organizzative in strettissimi rapporti con esponenti di vertice che tradizionalmente gravitano nel contesto ‘ndranghetistico della cosca Gallace”. Alle “nuove leve” veniva quindi affidato il compito di gestire il mercato della droga su una vesta fetta del territorio catanzarese e lo facevano forti dei legami che avevano – direttamente o indirettamente – con il clan di Guardavalle.
Un modello vincente
Secondo le indagini, il ruolo di corriere veniva spesso affidato a insospettabili minorenni con il compito di trasportare la droga nel Soveratese per distribuirlo ai pusher attivi nelle locali piazze di spaccio. A ricostruire tutti i passaggi sono stati i carabinieri della Compagnia di Soverato con l’ausilio delle Stazioni ubicate sul territorio catanzarese. Un modello ritenuto vincente da Gratteri e adottato dal Comando provinciale di Catanzaro in tutte le sue articolazioni nel corso di questi anni. “Un laboratorio – sottolinea il procuratore di Catanzaro – che va mutuato in altri territori del distretto giudiziario di Catanzaro”.
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