Slitta al 4 luglio l’udienza per i cinque imputati coinvolti nell’inchiesta “E’ dovere”, scattata il 9 ottobre dell’anno scorso, che ha portato le Fiamme Gialle all’esecuzione di due misure cautelari agli arresti domiciliari. Si tratta di Maria Gabriella Rizzo, 57 anni, di Catanzaro, ex responsabile anticorruzione della Regione Calabria, l’imprenditrice Laura Miceli, 68 anni, di Spilinga (Vv), Antonio Tolomeo, 40 anni, di Catanzaro, componente la commissione incaricata alla vigilanza in relazione al “Finanziamento di Piani di investimenti produttivi” e Deborah Valente, 50 anni, cosentina di nascita, ma residente a Tropea (VV). Sotto inchiesta anche la Baia d’Ercole con sede a Ricadi, di proprietà di Laura Miceli. Il gup del Tribunale di Catanzaro Teresa Guerrieri si è dichiarata incompatibile, perché già investita della vicenda in fase di indagini, rinviando gli atti al presidente di sezione che dovrà nominare un nuovo giudice per l’ udienza preliminare. Gli imputati, devono difendersi, a vario titolo, dalle accuse di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Viaggi gratis in cambio di favori. Secondo le ipotesi di accusa Rizzo in qualità di dirigente del settore dipartimento “Turismo, Beni culturali, Istruzione e Cultura, settore industria alberghiera” e Tolomeo dirigente di settore avrebbero compiuto, in più di un’occasione, atti contrari alla funzione pubblica rivestita. In particolare, entrambi, nell’avviso pubblico della Regione relativo al“ Miglioramento e ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, avrebbero adottato provvedimenti tesi alla liquidazione del Sal finale (Stato avanzamento lavori) in favore della Baia d’Ercole per un importo di 124.309,81 euro, mentre in relazione ad un altro bando, quello relativo a “Macchinari e Impianti”, Rizzo e Tolomeo avrebbero assicurato a Laura Miceli una costante consulenza finalizzata ad “istruire” l’imprenditrice sul contenuto della domanda di partecipazione e sulle modalità d’accesso. L’ex responsabile dell’anticorruzione, inoltre, avrebbe offerto una costante assistenza personale e privata tanto alla Miceli quanto ai suoi familiari, titolari di imprese operanti nel settore turistico, per garantire loro i fondi connessi ad avvisi pubblici, impegnandosi, inoltre, a confezionare bandi “su misura”. Per favori ricevuti dalla dirigente regionale, l’imprenditrice si sarebbe sdebitata garantendole soggiorni gratuiti in villaggi turistici o in hotel di sua proprietà dei suoi parenti, villaggi situati nel territorio Vibonese o a Firenze, con tanto di pranzi gratuiti e numerose regalie, comprese le casse di vino. A Tolomeo sarebbe stato offerto, secondo le ipotesi di accusa, un incarico professionale quale procuratore della Valentour srl di Deborah Valente, affittuaria di un ramo di azienda, gestore di mero fatto della ditta Baia d’Ercole e professionista incaricato della progettazione. Tolomeo, Miceli e Valente rispondono anche in concorso di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Secondo le ipotesi di accusa, Tolomeo e Valente pur sapendo che l’imprenditrice aveva già usufruito di benefici in regime di de minimis, avrebbero sbarrato nella domanda di concorso la casella relativa alla mancata fruizione dei benefici, consentendo a Miceli i finanziamenti relativi al bando “macchinari e impianti”, formando un atto ideologicamente falso. (g. p.)
Viaggi gratis in cambio di favori. Secondo le ipotesi di accusa Rizzo in qualità di dirigente del settore dipartimento “Turismo, Beni culturali, Istruzione e Cultura, settore industria alberghiera” e Tolomeo dirigente di settore avrebbero compiuto, in più di un’occasione, atti contrari alla funzione pubblica rivestita. In particolare, entrambi, nell’avviso pubblico della Regione relativo al“ Miglioramento e ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, avrebbero adottato provvedimenti tesi alla liquidazione del Sal finale (Stato avanzamento lavori) in favore della Baia d’Ercole per un importo di 124.309,81 euro, mentre in relazione ad un altro bando, quello relativo a “Macchinari e Impianti”, Rizzo e Tolomeo avrebbero assicurato a Laura Miceli una costante consulenza finalizzata ad “istruire” l’imprenditrice sul contenuto della domanda di partecipazione e sulle modalità d’accesso. L’ex responsabile dell’anticorruzione, inoltre, avrebbe offerto una costante assistenza personale e privata tanto alla Miceli quanto ai suoi familiari, titolari di imprese operanti nel settore turistico, per garantire loro i fondi connessi ad avvisi pubblici, impegnandosi, inoltre, a confezionare bandi “su misura”. Per favori ricevuti dalla dirigente regionale, l’imprenditrice si sarebbe sdebitata garantendole soggiorni gratuiti in villaggi turistici o in hotel di sua proprietà dei suoi parenti, villaggi situati nel territorio Vibonese o a Firenze, con tanto di pranzi gratuiti e numerose regalie, comprese le casse di vino. A Tolomeo sarebbe stato offerto, secondo le ipotesi di accusa, un incarico professionale quale procuratore della Valentour srl di Deborah Valente, affittuaria di un ramo di azienda, gestore di mero fatto della ditta Baia d’Ercole e professionista incaricato della progettazione. Tolomeo, Miceli e Valente rispondono anche in concorso di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Secondo le ipotesi di accusa, Tolomeo e Valente pur sapendo che l’imprenditrice aveva già usufruito di benefici in regime di de minimis, avrebbero sbarrato nella domanda di concorso la casella relativa alla mancata fruizione dei benefici, consentendo a Miceli i finanziamenti relativi al bando “macchinari e impianti”, formando un atto ideologicamente falso. (g. p.)