I militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento dell’Eppo (European Public Prosecutor’s Office), hanno individuato diverse imprese calabresi percettrici di ingenti finanziamenti dell’Unione Europea, finalizzati all’acquisto di grandi imbarcazioni da diporto, come barche a vela o catamarani, che avrebbero dovuto incentivare il turismo calabrese, con i relativi benefici occupazionali, e che invece solcavano i mari siculi.
Operazione Laguna
Operazione Laguna
L’indagine, coordinata dalla Procura Europea (Eppo) – operativo dallo scorso 1° giugno, istituito per indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione – ha condotto alla denuncia di sei imprenditori reggini per malversazione a danno dello Stato, nonché per il conseguente illecito amministrativo dipendente da reato. Il Tribunale di Reggio Calabria – direttamente interessato dai procuratori europei delegati per la Sicilia e Calabria – nel condividere l’impianto investigativo del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio, ha emesso appositi decreti di sequestro preventivo, in via diretta o per equivalente, della somma di 900mila euro. Disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili sono stati così appresi dalle fiamme gialle reggine, nell’ambito dell’operazione “Laguna”, nei confronti dei rappresentanti legali delle sei imprese calabresi destinatarie dei finanziamenti Ue.
Le attività eseguite hanno consentito di individuare fondi comunitari illecitamente utilizzati per 1.200.000 euro, 300mila dei quali sono stati revocati, ovvero restituiti dai beneficiari e assicurati alle casse dello Stato. Quello eseguito rappresenta il primo provvedimento giudiziario della specie richiesto dai procuratori europei delegati per la Sicilia e Calabria, peraltro in un settore di rilevanza strategica per il rilancio economico-imprenditoriale quale è quello dei “Fondi strutturali” europei. Le attività investigative si sono concentrate, per più di un anno, sulla verifica della regolarità nella gestione e nell’utilizzo di agevolazioni finanziarie per l’acquisto di grandi imbarcazioni da diporto, fino ai 24 metri, erogate dalla Comunità Europea, finalizzate appunto all’incentivazione del turismo calabrese, efficacemente sponsorizzata dallo slogan “Una Calabria più competitiva”.
Il modus operandi
Mirate verifiche alle imprese, controlli incrociati, acquisizione e disamina della documentazione amministrativo-contabile hanno permesso agli investigatori di scoprire che i beni oggetto della pubblica sovvenzione erano stati in realtà impiegati per finalità diverse da quelle per le quali erano stati acquistati. Più nel dettaglio, i finanzieri hanno ricostruito le modalità di commissione dell’illecito, consistenti nella concessione in locazione delle imbarcazioni, attraverso particolari contratti stipulati per il tramite di brokers specializzati, con rotte ricadenti prevalentemente a largo della Sicilia nord-orientale.
Proprio nei porti turistici di tale area costiera, come verificato dagli stessi finanzieri, le barche risultavano stabilmente attraccate ed utilizzate, in violazione delle finalità previste dal Bando regionale che ne prevedevano, come esposto, l’utilizzo esclusivo sul litorale calabrese. Il servizio dà prova della costante attenzione che la Guardia di Finanza, operando in sinergia con la neoistituita Procura Europea, rivolge al delicato settore della Spesa pubblica comunitaria e nazionale, nella consapevolezza che il corretto impiego dei fondi pubblici aiuti la crescita produttiva e occupazionale e contribuisca, nell’attuale congiuntura, ad arginare l’impatto negativo della crisi economica e sociale conseguente all’emergenza pandemica e sostenere il rilancio del Paese.