di Antonio Battaglia – “Ho iniziato ad arbitrare nel 2014, quando i miei due istruttori Rosanna Nocera e Davide Sposato a cui devo tutto, mi hanno fatto appassionare ad una prospettiva del basket che non avrei mai immaginato potesse arrivare a regalarmi così tante soddisfazioni”. Sono le parole di Matteo Migliaccio, che qualche giorno fa ha brindato ad un successo rincorso e sudato. Arbitro classe 1999, nato e cresciuto nel capoluogo calabrese, è la conferma che, oltre al calcio, anche il basket è nel sangue dei catanzaresi e scende in campo con vesti diverse: da arbitro, giocatore o staff tecnico.
La soddisfazione al Trofeo delle Regioni 2016
La soddisfazione al Trofeo delle Regioni 2016
“Ricordo ancora la mia prima partita arbitrata – ci dice Matteo – in una palestra di Lamezia. Sulla panchina di una delle due squadre sedeva il mio allenatore, perché in quell’anno giocavo e arbitravo e da lì mi accorsi della passione che stava per nascere. Il secondo anno sono stato promosso in serie C, ho arbitrato gara 1 della finale play off di campionato e ottenuto anche la convocazione al Trofeo delle Regioni”. In quella occasione, Migliaccio venne premiato come miglior direttore di gara del torneo. A distanza di cinque anni, arriva per lui una promozione in Serie B che diventa riconoscimento per l’indiscussa serietà e uno step fondamentale nell’ottica di una lunga carriera professionistica. “Non mi è mai pesato fare sacrifici per questa passione – prosegue -, rinunciare alle uscite con gli amici, compleanni ed eventi vari. Chi mi conosce sa quanto sognavo questo momento e allo stesso tempo sa quante volte sono tornato a casa giù di morale per aver sbagliato qualcosa sui campi, per non essere stato accettato in qualche partita, nulla però che non mi abbia dato la forza di non mollare”.
Umiltà e determinazione
Umiltà e determinazione, doti indispensabili che a Matteo non sono mai mancate: “È certamente un punto di partenza e non di arrivo, ho ancora molto da imparare e ho ancora molta strada da percorrere”. In conclusione, il giovane arbitro tiene a ringraziare una serie di persone che “fino a questo punto della mia carriera si sono sempre dimostrati d’aiuto a farmi crescere: Michele Capurro nonché presidente e istruttore regionale, Gianni Santucci presidente uscente che ha sempre puntato su di me, Alberto Scrima sempre disponibile nei miei confronti e Peppe Scarfò che mi ha sempre fatto capire quando stavo uscendo dai binari oltre a tutti i colleghi di serie C. Un ringraziamento speciale – afferma – lo devo fare alla mia famiglia che mi ha sempre supportato: a mio padre, che mi accompagnava alle partite quando non avevo la patente, e mia madre e mia sorella che mi hanno sempre dato quella forza tale da non credermi inferiore a nessuno”.