di Gabriella Passariello- E’ fissato per domani mattina l’interrogatorio di garanzia per l’ex consigliere del Comune di Catanzaro Tommaso Brutto, il figlio Saverio, l’assessore regionale al Bilancio Franco Talerico destinatari di una misura cautelare agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro “Basso Profilo”. I Brutto, difesi dall’avvocato Enzo Ioppoli e Talarico, assistito dal legale Francesco Gambardella, davanti al gip Alfredo Ferraro, potranno scegliere se difendersi dalle accuse di associazione a delinquere di tipo mafioso, corruzione in atti giudiziari aggravata dalla mafiosità, rivelazione ed utilizzazione del segreto di ufficio, voto di scambio politico-mafioso, o avvalersi della facoltà di non rispondere. Domani sarà la volta dell’interrogatorio di garanzia anche per il notaio Rocco Guglielmo, destinatario della misura del divieto di dimora a Catanzaro nell’ambito della stessa inchiesta. Il professionista catanzarese, che è stato anche raggiunto da un’ interdizione per un anno dall’attività di notaio, per la sua difesa ha scelto di avvalersi di un pool di difensori, gli avvocati Salvatore Staiano, Antonello Talerico, Giuseppe Mussari, Filippo Giunchedi, Vincenzo Cicino, Vincenzo Maiolo Staiano e Alice Piperissa. Potrà optare per il silenzio o fornire la sua versione dei fatti rispetto alle accuse contestate: trasferimento fraudolento di valori, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (LEGGI)
L’accordo tra Talarico e i Brutto
L’accordo tra Talarico e i Brutto
Per i sostituti procuratori della Repubblica Paolo Sirleo e Veronica Calcagno, in occasione delle elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica indette per il 4 marzo 2018, l’assessore regionale al Bilancio Francesco Talerico candidato per il collegio uninominale di Reggio Calabria per la Camera dei deputati con la lista Udc, in seguito ad un accordo intrattenuto nel corso di una serie di riunioni, a partire dal giugno-luglio 2017 a Catanzaro, con Tommaso Brutto e il figlio Saverio, in cambio dell’impegno di appoggiare l’imprenditore Antonio Gallo sugli appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici e di garantire un posto al figlio Saverio, come segretario particolare di Talarico, si sarebbe fatto promettere da Saverio Brutto l’intervento del sostegno elettorale di Gallo nel collegio di Reggio Calabria. Dagli atti degli inchiesta della Procura distrettuale, guidata da Nicola Gratteri, emergono più volte i contatti frequenti che l’imprenditore avrebbe intrattenuto con l’ex consigliere Brutto e il figlio Saverio, con i quali avrebbe avviato un progetto imprenditoriale in Albania, per l’apertura di un’attività per il commercio di articoli di antinfortunistica, con quote suddivise egualmente e il cui intero capitale di investimento sarebbe stato versato esclusivamente da Gallo, anche se l’idea iniziale era quello di aprire un “Brico” (LEGGI). Un affare per il quale era stato coinvolto Ercole D’Alessandro, il finanziere, all’epoca dei fatti in servizio al Goa di Catanzaro, con il compito di trovare le “chiavi” per entrare nei Ministeri e più in generale nella Pubblica amministrazione albanese. Il maresciallo D’Alessandro aveva anche svelato al consigliere Tommaso Brutto indagini in corso sul suo conto, all’epoca dei fatti, per la sua fittizia assunzione alla Verdeoro, la società cooperativa produttori ortofrutticoli, impresa agricola con sede a Simeri Crichi, che avrebbe assunto il consigliere alle dipendenze dell’azienda in qualità di direttore amministrativo, senza che lo stesso, però, avesse mai svolto alcuna prestazione all’interno dell’impresa.