di Damiana Riverso e Manuela Lardieri – “Negli ultimi anni le nostre indagini sono sempre meno contrassegnate da reati come l’omicidio e sempre più da reati che coinvolgono il potere politico ed economico”. E’ quanto dichiarato da Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro durante la conferenza stampa che ha illustrato i dettagli dell’operazione “Basso Profilo” che ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari per un totale complessivo di 81 indagati.
“Quella di oggi – ha spiegato Gratteri – è un’indagine dove si dimostra il rapporto diretto tra ‘ndrangheta, imprenditoria e politica. Epicentro di tutto è l’imprenditore Gallo, una persona eclettica che lavorava su più piani, che si muoveva con grande disinvoltura quando aveva di fronte lo ’ndranghetista doc, l’imprenditore o il politico. Gallo aveva bisogno di più piani per creare un monopolio sul territorio, per avere la possibilità di vincere gare truccate per la fornitura dei prodotti per la sicurezza sul lavoro o per le pulizie anche a livello nazionale. Ed ecco qui che avviene l’aggancio con la politica, attraverso Tommaso Brutto ex consigliere comunale di Catanzaro e il figlio Saverio, assessore comunale a Simeri Crichi. Attraverso i Brutto, Gallo riesce ad agganciare l’onorevole Talarico che aveva la necessità di candidarsi alle politiche del 2018. Per non destare sospetto – racconta il procuratore antimafia – si candida nel circondario di Reggio Calabria ma lì aveva bisogno di voti, e il pacchetto di voti a Reggio chi glielo trova se non Gallo? Compare d’anello di un altro parlamentare reggino, Gallo si rivolge a Bruno Porcino ma anche questo non basta e si rivolge a Pirrello e a Natale Errigo, soggetti inquadrati sul piano investigativo e giudiziario vicino ai De Stefano- Tegano che trovano i voti, ma Talarico comunque non viene eletto per soli 1500 voti. Ovviamente questa indagine non riguarda solo questo, ci sarà un successivo incontro a Roma tra Gallo e Cesa, un pranzo nell’estate del 2017 per avere un aiuto sugli appalti di respiro nazionale. In questa indagine troverete inoltre decine e decine di imprese che servono solo per riciclare, false fatturazioni e molto altro”.
“Quella di oggi – ha spiegato Gratteri – è un’indagine dove si dimostra il rapporto diretto tra ‘ndrangheta, imprenditoria e politica. Epicentro di tutto è l’imprenditore Gallo, una persona eclettica che lavorava su più piani, che si muoveva con grande disinvoltura quando aveva di fronte lo ’ndranghetista doc, l’imprenditore o il politico. Gallo aveva bisogno di più piani per creare un monopolio sul territorio, per avere la possibilità di vincere gare truccate per la fornitura dei prodotti per la sicurezza sul lavoro o per le pulizie anche a livello nazionale. Ed ecco qui che avviene l’aggancio con la politica, attraverso Tommaso Brutto ex consigliere comunale di Catanzaro e il figlio Saverio, assessore comunale a Simeri Crichi. Attraverso i Brutto, Gallo riesce ad agganciare l’onorevole Talarico che aveva la necessità di candidarsi alle politiche del 2018. Per non destare sospetto – racconta il procuratore antimafia – si candida nel circondario di Reggio Calabria ma lì aveva bisogno di voti, e il pacchetto di voti a Reggio chi glielo trova se non Gallo? Compare d’anello di un altro parlamentare reggino, Gallo si rivolge a Bruno Porcino ma anche questo non basta e si rivolge a Pirrello e a Natale Errigo, soggetti inquadrati sul piano investigativo e giudiziario vicino ai De Stefano- Tegano che trovano i voti, ma Talarico comunque non viene eletto per soli 1500 voti. Ovviamente questa indagine non riguarda solo questo, ci sarà un successivo incontro a Roma tra Gallo e Cesa, un pranzo nell’estate del 2017 per avere un aiuto sugli appalti di respiro nazionale. In questa indagine troverete inoltre decine e decine di imprese che servono solo per riciclare, false fatturazioni e molto altro”.
“Dieci anni fa era impensabile che un notaio, nella sua funzione, compiesse atti di intestazione fittizia di beni di persone albanesi, di persone che non erano nemmeno lì. Fa un po’ impressione vedere questo mondo delle professioni al servizio di faccendieri e in questo caso di ‘ndranghetisti”. “Il limite – ha aggiunto Gratteri – qual è? Quando ci sarà un limite? Fin dove il mondo delle professioni si spingerà ad essere prono, ad essere al servizio della ndrangheta? Questa è la nostra nuova frontiera, che ormai da quattro anni, da quando sono qui a Catanzaro stiamo cercando di dimostrare. Ogni indagine avanziamo di un pezzo, andiamo sempre più avanti, entriamo sempre più nei quadri della pubblica amministrazione, nei quadri della classe dirigente, della classe borghese, aristocratico e dotta, e scopriamo pezzi di mondo marci. E questo è desolante. Perché – ha concluso il procuratore capo della Dda di Catanzaro – non stiamo parlando di stato di necessità, stiamo parlando di ingordigia, che è una cosa diversa”.
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