Basso Profilo, il ragioniere Lamanna lascia gli arresti domiciliari

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha disposto per l'imputato il solo l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria
dipendente procura

Passa dagli arresti domiciliari all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria il ragioniere Giuseppe Lamanna, imputato nell’ambito del processo Basso Profilo, con l’accusa di partecipazione ad un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di riciclaggio, autoriciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti e intestazione fittizia di beni, aggravata dalla mafiosità. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presidente Sara Merlini, a latere Mariarosaria Migliarino e Sara Mazzotta, che chiamato a pronunciarsi dopo l’annullamento con rinvio deciso dalla Corte di Cassazione, ha accolto l’appello dei legali Enzo Galeota, Lucia Conte e Alessandra Coppolino. Ed è la seconda volta che il Tdl si pronuncia sulla misura cautelare da applicare a Lamanna.

Gli elementi nuovi non valutati dal primo Riesame

Gli elementi nuovi non valutati dal primo Riesame

In una prima fase aveva confermato l’ordinanza del gip sugli arresti domiciliari, bocciando la richiesta di revoca o di sostituzione della misura cautelare poi davanti alla Suprema Corte, gli avvocati difensori hanno dedotto il difetto di motivazione nella parte in cui il primo Riesame non avrebbe preso in considerazione i nuovi elementi giustificativi della cessazione o affievolimento delle esigenze cautelari: una consulenza tecnica a riprova del fatto che Lamanna non aveva partecipazioni in società riconducibili al coimputato Antonio Gallo, documentando l’allontanamento anche lavorativo da Gallo e dimostrando di non aver mai avuto la disponibilità di un’auto con la quale sarebbero stati effettuati regali a nome di Gallo ad esponenti di cosche di mafia.

“Esigenze cautelari scemate”

Nuovi elementi rispetto ai quali il Supremo collegio ha disposto un nuovo riesame sulla posizione di Lamanna: il Tdl bis, in diversa composizione, ha ritenuto fondato il ricorso difensivo, sul presupposto che “le esigenze cautelari allo stato possono ritenersi scemate in relazione al fatto che l’imputato risulta sottoposto da gennaio 2021 ininterrottamente agli arresti domiciliari. Non c’è stata alcuna violazione delle prescrizioni impartite durante la misura cautelare in atto. Una decisione dovuta anche al fatto che per i giudici lo stato avanzato dell’istruttoria dibattimentale fa venir meno il pericolo di inquinamento probatorio (g.p.)

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