di Gabriella Passariello– Basso Profilo e Farmabusiness. Due inchieste che hanno diversi aspetti in comune: in entrambe emergono gli intrecci tra ‘ndrangheta, imprenditoria e politica, facendo tremare i palazzi del potere, svelano le collusioni di professionisti, di politici del Catanzarese con le cosche del Crotonese, le infiltrazioni della criminalità organizzata nella Pubblica amministrazione, il “mercato” dei voti nel capoluogo di regione in vista delle comunali del 2017. Ed entrambi gli atti di indagine sono finiti nel mirino del Palazzo di Governo. La Prefettura di Catanzaro come aveva acquisito il carteggio di Farmabusiness, ha chiesto alla Dda, guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri tutta la documentazione relativa all’indagine Basso Profilo. Ma c’è un ulteriore comune denominatore: sono indagini destinate ad allargarsi. Come in Farmabusiness ci sono numerosi omissis (LEGGI), carte che parlano di nuove iscrizioni nel registro degli indagati per associazione a delinquere di tipo mafioso e una informativa del Ros, Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri che acquisisce una delega di indagini condotta dalla Dia, recante un numero di procedimento inedito, rispetto all’inchiesta Farmabusiness, così anche negli atti di Basso Profilo, composti da sei cd, contenenti innumerevoli allegati e file, si fa riferimento a nuove iscrizioni nel registro degli indagati e intere pagine sono coperte da omissis. Soprattutto quando si parla della comunali del 2017 e di una frenetica ricerca del consenso elettorale in cui emerge anche l’ombra della criminalità organizzata.
“Per questi cazzi di voti”
“Per questi cazzi di voti”
In alcune intercettazioni vengono riportate le conversazioni tra Tommaso Brutto, attualmente ai domiciliari e un imprenditore edile di Catanzaro, destinatario di un’interdittiva antimafia nel 2016 al quale chiede un incontro con un fine specifico: “per questi cazzi di voti”. Un imprenditore la cui famiglia, dalle indagini emerse nell’ambito di “Aemilia “ e “Kyterion” è ritenuta avvicinabile o comunque contigua alle cosche cutresi, in virtù dei contatti avuti con il capo cosca Nicolino Grande Aracri. In alcune conversazioni vengono spiegati i rapporti tra le varie correnti politiche a Catanzaro, i dissapori e le alleanze. Brutto si sarebbe prestato a condizionare appartenenti alla Polizia municipale, disposti a favorire, qualche suo amico per banali pratiche urbanistiche o si sarebbe adoperato con impiegati di Equitalia per gestire alcune cartelle esattoriali appartenenti a terze persone.
Le strategie politiche e i favori in cambio di voti
In base agli atti, sempre Brutto avrebbe cercato di carpire e fornire contemporaneamente informazioni sugli altri avversari politici con problemi giudiziari, come nel caso di Domenico Tallini e di suo figlio per la vicenda Farmaeko per metterli definitivamente fuori gioco anche con interventi mediatici pilotati da appartenenti alle Forze dell’ordine, che si dicono disposti a colpire, mediaticamente e con attività investigative rappresentanti politici di diverso colore elettorale. Per la Dda, l’ex consigliere “denota un atteggiamento spregiudicato nelle alleanze politiche, aprendosi a qualsiasi dialogo, in vena di dispensare favori in cambio di voti”. La disponibilità di Brutto si sarebbe sostanziata in diversi favori elargiti ad un’impresa edile e ad un committente di Catanzaro Lido per sollecitare dapprima negli uffici comunali e poi su un vigile una pratica per l’occupazione del suolo pubblico. Si sarebbe messo in moto anche per far bitumare a Germaneto in periodo elettorale alcune strade, preoccupandosi di far pubblicizzare il suo interessamento, “perchè il merito non lo prendessero i suoi avversari”.