Nella gestione degli affari della cosca Trapasso di S. Leonardo di Cutro c’era lui, Mister centomila, Umberto Gigliotta, imputato nel processo che si sta svolgendo con rito ordinario, nome in codice “Basso Profilo”, nato dall’inchiesta della Dda di Catanzaro che punta a svelare i legami tra politica, ‘ndrangheta e imprenditoria. Un rapporto datato nel tempo. Lui, l’imprenditore di Catanzaro, un agente immobiliare, è considerato appartenente alla criminalità organizzata a partire dal 2005, colui che ha coadiuvato la famiglia Trapasso nel settore dell’usura, investito denaro sporco in attività immobiliari, allestito un’organizzazione votata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, i cui utili andavano in parte a beneficio delle cosca di San Leonardo di Cutro, ma anche nelle tasche del clan dei Gaglianesi, a cui si sarebbe rivolto per eseguire estorsioni finalizzate a monetizzare i proventi delle attività criminali con false fatture. Eppure c’era qualcosa che ancora non quadrava agli uomini della Dia che hanno spedito ai magistrati della Procura guidata da Gratteri un dettagliato prospetto, con dentro numeri e conti (LEGGI).
I conti che non tornano e il sequestro
I conti che non tornano e il sequestro
Gli accertamenti patrimoniali svolti nei confronti di Gigliotta e del suo nucleo familiare hanno rivelato uno squilibrio fra i redditi dichiarati e l’effettivo tenore di vita goduto. Ha sì dichiarato le entrate, ma modeste a fronte di investimenti innumerevoli, alcuni dei quali per importi molto consistenti e nello stesso tempo ha contratto una pluralità di prestiti con altrettanti istituti di credito, accrescendo in maniera esponenziale la propria complessiva posizione debitoria. I dati raccolti hanno evidenziato, secondo le ipotesi di accusa, l’assoluta impossibilità del nucleo familiare per gran parte delle annualità analizzate, di badare al soddisfacimento delle primarie esigenze quotidiane, atteso che le voci derivanti dal reddito si presentano inidonee a coprire perfino le spese di sussistenza, quelle considerate essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile”. Dati che evidenziano anche la conseguente assoluta impossibilità di investire in beni e in attività economiche . Ne consegue che la famiglia Gigliotta per poter realizzare i propri investimenti ha adoperato, secondo le accuse, fonti illecite scaturite dall’attività delittuosa. Nell’arco di 13 anni, le entrate del nucleo familiare e i beni acquistati restituiscono sempre un valore negativo. Ed è per questo che la Dda ha chiesto e ottenuto dal Tribunale ordinario sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione il sequestro di 4milioni di euro, in quanto i beni allo stesso intestati o a lui riconducibili risultano essere il frutto di attività illecite. In Basso Profilo, secondo quanto riportato nel provvedimento del Tribunale, viene evidenziata la natura delinquenziale dell’attività svolta da Gigliotta, rilevando come la stessa sia stata esercitata ricorrendo all’uso di metodi illegali per annientare ogni forma di concorrenza.
L’elenco dei beni sequestrati dal Tribunale
Per il collegio, gli elementi esaminati conducono a ritenere sussistenti, allo stato degli atti e salve le diverse ed ulteriori allegazioni che potranno essere offerte nel contraddittorio tra le parti, i presupposti per l’adozione del sequestro ai fini della successiva confisca dei beni nella disponibilità diretta o indiretta di Gigliotta, comprensivi di tutta una serie di appartamenti ubicati tra Borgia e Catanzaro, compresi una serie di magazzini, terreni siti tra Settingiano, Tiriolo, Ricadi, auto e moto. E ancora conto correnti, carta prepagata, deposito a risparmio, capitale sociale e compendio aziendale della “G. Immobiliare srls” con sede a Catanzaro, capitale sociale e compendio aziendale della “Non solo permute servizi immobiliari srl”, con sede a Catanzaro, in liquidazione volontaria dal 25 febbraio 2022 che comprende il bene immobile sito a Catanzaro e il relativo conto corrente; il capitale sociale e compendio aziendale della Grt srls in liquidazione volontaria dal 30 dicembre 2021, comprensivo di due auto; l’ intero compendio aziendale e capitale sociale della Gisaste srl con sede legale a Roma e sede operativa a Catanzaro. Una serie di buoni postali fruttiferi, rapporti bancari e polizze assicurative. Il Tibunale per ‘applicazione delle misure di prevenzione ha nominato come amministratori giudiziari di tutti i beni in sequestro il dottor Francesco Sparotella e l’avvocato Marianna Del Vecchio e ha fissato il 19 giugno, nel contradditorio tra le parti, l’udienza di discussione di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza (qualora Gigliotta, attualmente detenuto dovesse essere scarcerato) e della confisca dei beni nella disponibilità diretta o indiretta dell’imputato e dei componenti il suo nucleo familiare.
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