Si è difeso dalle accuse di associazione a delinquere semplice aggravata dalla mafiosità e dal voto di scambio politico-mafioso, Francesco Talarico, l’assessore regionale al Bilancio, finito nell’inchiesta della Dda di Catanzaro Basso Profilo. Davanti al Riesame ha rilasciato dichiarazioni spontanee l’indagato, assistito dal legale Francesco Gambardella, mentre la Dda ha depositato nuovi atti relativi ad alcune intercettazioni. Nei prossimo giorni, i giudici del collegio decideranno se accogliere la richiesta difensiva di annullare la misura cautelare agli arresti domiciliari, cui Talarico è attualmente sottoposto.
L’accordo tra Talarico e i Brutto
L’accordo tra Talarico e i Brutto
Per i sostituti procuratori della Repubblica Paolo Sirleo e Veronica Calcagno, in occasione delle elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica indette per il 4 marzo 2018, l’assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico candidato per il collegio uninominale di Reggio Calabria per la Camera dei deputati con la lista Udc, in seguito ad un accordo intrattenuto nel corso di una serie di riunioni, a partire dal giugno-luglio 2017 a Catanzaro, con Tommaso Brutto e il figlio Saverio, in cambio dell’impegno di appoggiare l’imprenditore Antonio Gallo sugli appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici e di garantire un posto al figlio Saverio, come segretario particolare di Talarico, si sarebbe fatto promettere da Saverio Brutto l’intervento del sostegno elettorale di Gallo nel collegio di Reggio Calabria.