Basso Profilo, tensione in aula bunker. Il finanziere si difende: “D’Alessandro? Un millantatore”

Accusato di rivelazioni di segreto d'ufficio, il luogotenente Mari si difende e accusa i pm antimafia: "Avete fatto errori di valutazione gravi"

Non c’è solo il luogotenente della Finanza (oggi in pensione) Ercole D’Alessandro, 61 anni di Catanzaro tra i 78 imputati per i quali la Dda di Catanzaro ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio nell’udienza preliminare scaturita dalla maxi inchiesta denominata “Basso profilo” che si sta svolgendo nell’aula bunker di Lamezia Terme. Un altro suo collega deve rispondere di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. Si chiama Roberto Mari, 53 anni di Sellia Marina, luogotenente appartenente al Gruppo della Guardia di Finanza di Catanzaro (imputato a piede libero). E’ a lui che D’Alessandro si sarebbe rivolto all’indomani dell’operazione “Borderland” con la quale la Dda aveva disarticolato la cosca Trapasso di Cutro (frazione di San Leonardo). In particolare, Mari avrebbe informato D’Alessandro della esistenza di approfondimenti investigativi che coinvolgevano l’imprenditore Gallo e che miravano a provare alcune condotte di riciclaggio in favore del clan. Informazioni che sarebbero state girate da D’Alessandro allo stesso imprenditore.

Botta e risposta con i pm antimafia

Botta e risposta con i pm antimafia

Accuse gravissime che Roberto Mari ha rispedito al mittente nel corso dell’interrogatorio al quale ha chiesto e ottenuto di sottoporsi nel corso dell’udienza tenutasi questa mattina. Botta e risposta con i pubblici ministeri Paolo Sirleo e Veronica Calcagno e momenti di tensioni con il gup Simona Manna costretta ad intervenire più volte per sedare gli animi. Assistito dal suo legale, l’avvocato Gregorio Viscomi, il finanziere ha ribadito a chiare lettere di non aver mai rivelato alcunché al tenente Ercole D’Alessandro. “Per noi della Guardia di finanza di Catanzaro – ha dichiarato – era un pilastro e un punto di riferimento ma dalle risultanze investigative non si evince nessuna prova circa le mie rilevazioni. Non c’è nessuna intercettazione dalle quali traspare un accordo o una collaborazione mia nei confronti del D’Alessandro”. Secondo la Dda di Catanzaro Mari avrebbe informato D’Alessandro sulle indagini poi sfociate nell’operazione “Borderline” e quest’ultimo avrebbe fatto da “talpa” riferendo alcuni particolari all’imprenditore Gallo. “Il sig. D’Alessandro – si difende il finanziere – millanta da sempre. Io non ho svolto alcuna indagine patrimoniale nei confronti del Gallo. Chi ha formulato questo capo di imputazione è incappato in un grave errore di valutazione. Il capo di imputazione si smonta come un lego, pezzo pezzo come potete vedere. Peraltro, non ci sarebbe nemmeno un movente per cui io avrei dovuto operare così, fornendo informazioni”.

“Avete fatto errori di valutazione gravi”

Il pm insistono e tirano fuori una conversazione già agli atti dell’inchiesta tra Mari e D’Alessandro. L’imputato precisa che ad essere ossessionato da Gallo era D’Alessandro: “Era lui a dare informazioni a me e non il contrario”. I toni si accendono quando Mari ribadisce rivolgendosi ai pm: “Avete fatto errori di valutazione gravi”. In aula bunker sale la tensione e l’interrogatorio prosegue tra un’accusa e un’altra. Mari fornisce argomenti a sua difesa a ogni domanda e quando il pm chiede come mai l’indagine “Bordeline” non si è chiusa con l’ipotesi di riciclaggio, la tensione sale alle stelle: “Io ho fatto – risponde Mari – la verifica fiscale con successiva delega di indagini per truffe ai danni dello Stato e poi ho anche denunciato se poi voi pubblici ministeri non ha avete ritenuto opportuno iscrivere nella notizia di reato il reato di riciclaggio è un problema vostro”. Tuoni e saette in aula bunker tra voci che si accavallano e toni ai massimi livelli. Dopo la tempesta, ecco la richiesta finale della Dda di Catanzaro che insiste per il rinvio a giudizio. L’ultima parola spetterà al gup Simona Manna. Dopo vivace contraddittorio tra le parti dovrà decidere se mandare a processo o prosciogliere il luogotenente della Guardia di finanza di Catanzaro.

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