Beni immobili, Bosco: “Ex monastero Santa Chiara non si tocca”

Catanzaro bosco

“L’immobile in Viale Trieste, meglio conosciuto dagli esperti come ex Monastero di Santa Chiara, (per poco ancora) caserma dei carabinieri “Triggiani”, non si tocca”. Ad affermarlo con fermezza, il consigliere comunale, Gianmichele Bosco, dopo aver appreso che lo stesso edificio, venduto il 28 luglio 2016 dalla Provincia di Catanzaro alla Invimit sgr spa ad un prezzo pari a 14 milioni e centomila euro, sarà adibito a sede per uffici, e già da qualche tempo interessato da lavori di ristrutturazione interna.

“E’ assurdo che un edificio di pregio storico-artistico, architettonico, risalente al 1294 – commenta Bosco – sia interessato da lavori di ristrutturazione che potrebbero cancellarne le sue caratteristiche e deturparne i punti di pregio. Per tal motivo, auspico l’immediata sospensione dei lavori in via cautelativa e l’accelerazione delle verifiche già disposte dalla Soprintendenza (con nota dello scorso 19 aprile) e concordata (con nota successiva del 29 aprile) dal segretario regionale per la Calabria del Ministero per i beni e le attività culturali, prima che sia troppo tardi”. I primi di giugno Bosco, a seguito di accesso agli atti effettuato lo scorso 27 marzo, ottiene la documentazione afferente all’immobile. Dalla lettura delle carte emerge che “La Soprintendenza, su richiesta dell’amministrazione provinciale di Catanzaro – settore Edilizia scolastica e Patrimonio – (con nota del 16 febbraio 2016 in cui si chiede la verifica e l’ok per procedere alla vendita dell’immobile) dichiara testualmente (con nota del 22 marzo 2016) che il fabbricato non presenta elementi di particolare significato storico ed architettonico come si evince nella scheda descrittiva di richiesta di verifica e dalla documentazione fotografica a corredo”.

“E’ assurdo che un edificio di pregio storico-artistico, architettonico, risalente al 1294 – commenta Bosco – sia interessato da lavori di ristrutturazione che potrebbero cancellarne le sue caratteristiche e deturparne i punti di pregio. Per tal motivo, auspico l’immediata sospensione dei lavori in via cautelativa e l’accelerazione delle verifiche già disposte dalla Soprintendenza (con nota dello scorso 19 aprile) e concordata (con nota successiva del 29 aprile) dal segretario regionale per la Calabria del Ministero per i beni e le attività culturali, prima che sia troppo tardi”. I primi di giugno Bosco, a seguito di accesso agli atti effettuato lo scorso 27 marzo, ottiene la documentazione afferente all’immobile. Dalla lettura delle carte emerge che “La Soprintendenza, su richiesta dell’amministrazione provinciale di Catanzaro – settore Edilizia scolastica e Patrimonio – (con nota del 16 febbraio 2016 in cui si chiede la verifica e l’ok per procedere alla vendita dell’immobile) dichiara testualmente (con nota del 22 marzo 2016) che il fabbricato non presenta elementi di particolare significato storico ed architettonico come si evince nella scheda descrittiva di richiesta di verifica e dalla documentazione fotografica a corredo”.

Tale documentazione da il via libera alla vendita dell’immobile che va a buon fine, come già sopra detto. “Sembra procedere tutto in modo lineare – afferma Bosco – e infatti prendono il via alcuni lavori di ristrutturazione interna dell’edificio, fino a quando però il segretario regionale del Ministero per i beni e le attività culturali, incuriosito da un articolo uscito sulla stampa sollevato dal Codacons, dispone (con nota del 22 marzo 2019 inviata al Sovrintendente ABAP per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone) un immediato sopralluogo atto a verificare se l’immobile adibito a Caserma dei carabinieri in Viale Trieste sia lo stesso che la stampa indica come l’ex Monastero di Santa Chiara, risalente al 1294, e ne dispone in via cautelativa, in caso di verifica positiva, l’immediata sospensione di eventuali lavori. Il 19 aprile giunge la risposta della Soprintendenza provinciale – spiega il consigliere – che, recepita la disposizione, in buona sostanza addebita la responsabilità del proprio parere negativo espresso, nel 2016, ad una documentazione ottenuta dalla Provincia “non completa e contraddittoria che possa aver indotto in errore di valutazione nella determinazione dell’esito negativo dell’interesse culturale.

“Ritiene inoltre che la presenza del Museo Civico avrebbe dovuto comportare automatica esclusione dalla verifica negativa dei locali e ravvisa l’opportunità di proporre un approfondimento partendo da un’accurata ricerca catastale atta ad acclarare l’effettiva consistenza della Caserma Triggiani, in viale Trieste, e di un ulteriore ricerca storico documentale atta ad individuare il perimetro dell’antico Monastero e anche di altri edifici connessi”. Il 29 aprile – conclude Bosco – puntuale la nota del segretario regionale del Ministero peri beni e le attività culturali che prende atto della nota della Soprintendenza (prot. n. 4868 del 18.04.2019) e concorda sull’opportunità dell’avvio del procedimento d’ufficio. Malgrado ciò – fa notare il consigliere comunale – ad oggi ancora non è stato fatto nulla e i lavori di ristrutturazione procedono indisturbati”.

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