di Maria Teresa Improta – La candidatura di Bianca Rende alla carica di sindaco della città di Cosenza ha spaccato la fragile partnership tra grillini e dem. Nel rinnovo del Consiglio regionale della Calabria Pd e M5S si presentano compatti a sostegno di Amalia Bruni, mentre nelle elezioni amministrative di Cosenza sono divisi: il Pd con Franz Caruso e il M5S con Bianca Rende. “Ho pensato più volte di gettare la spugna in queste settimane – spiega Bianca Rende – perché le pressioni sono state enormi. La mia decisione di continuare è mossa dalla volontà di dare ai cosentini un’alternativa”.
La rottura con il PD
La rottura con il PD
“Sono stati fatti molti errori a monte. La vicenda regionale – ammette Bianca Rende – condizionerà molto anche le amministrative a Cosenza perché andare divisi con tre liste di sinistra alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale è un segnale di preoccupante debolezza. Abbiamo provato a formare una proposta unitaria, partecipando per mesi al tavolo di confronto con i partiti istituito dal Pd. A metà agosto abbiamo poi appreso, all’improvviso, che loro avevano già stretto un accordo con il Psi che prevedeva la candidatura di Franz Caruso. Ci siamo resi conto che si trattava di una partecipazione finta e retorica. Il ‘no’ è basato sul metodo seguito, quello dell’imposizione, che non ci appartiene. Come What Women Want abbiamo quindi proposto la nostra candidatura alla quale si è avvicinato il Movimento 5 Stelle. Ci siamo fidati, purtroppo, della capacità di ascolto del Pd che ormai ha perso il contatto con le realtà locali, con la gente. La nostra candidatura invece va a parla a un mondo con il quale i partiti non dialogano più”.
La vicenda Italia Viva
“Voglio chiarire una volta per tutte la mia posizione su Italia Viva. Ho lasciato il Pd – ricorda Bianca Rende – dopo la firma dell’accordo di programma per la realizzazione delle opere complementari alla metrotranvia tra Occhiuto e Oliverio. Un patto che ha reso legittimi interventi discutibili come la fantomatica ovovia, il Parco del Benessere che ha alterato la viabilità, l’abbattimento dell’hotel Jolly per realizzare il museo di Alarico. Il tutto senza alcun confronto. Oggi il Pd è in mano a oligarchie, baronati, notabilati locali che non consentono il dialogo con i consiglieri eletti che rappresentano il punto di riferimento dei cittadini e vengono utilizzati solo come pedine. Matteo Renzi aveva annunciato un rinnovamento ammettendo di aver sbagliato in Calabria a non usare il lanciafiamme. Il suo pentimento e la voglia di ripartire da giovani e donne mi aveva convinto, salvo poi scoprire che ci si affidava ai vecchi interpreti della politica calabrese per avvicinarsi alla Lega e al centrodestra. Una persona come me che per tradizione familiare e vocazione personale ha valori di centrosinistra non poteva restare in questo percorso. L’errore è stato credere davvero che si stesse creando una casa dei riformisti. In vista del ballottaggio, qualora dovessimo essere noi in lizza, chiederemo il sostegno a tutti gli elettori di centrodestra e di centrosinistra perché il nostro è un progetto di cambiamento radicale”.
Bianca Rende, unica donna candidata a sindaco di Cosenza: “Città a un bivio tra passato e futuro”