Bimbi lasciati fuori dall’asilo di Locri, Marziale: “Difficile dialogare con chi offende un’istituzione”

Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Calabria; "Ho telefonato alla dirigente pregandola di voler essere disponibile ad un colloquio con le parti"
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“Prima che le responsabilità di una sola persona diventino strumentalmente collettive urge chiarire che, in merito all’asilo di Locri, dove a quattro bambini è stato vietato l’ingresso per qualche minuto di ritardo, niente compromette il prestigio dello stesso e chi lo facesse se ne deve assumere le responsabilità”. Lo dichiara in una nota il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale. “Il 15 marzo – spiega – due genitori mi hanno contattato per iscritto e telefonicamente illustrando gli accadimenti, uno dei quali dettagliando finanche di avere avuto un alterco verbale con una docente, cosa che non dovrebbe mai accadere. In seconda battuta, ho telefonato alla dirigente scolastica pregandola di voler essere disponibile ad un colloquio con le parti al fine di chiarire”.

I provvedimenti della dirigente

I provvedimenti della dirigente

La dirigente si è detta disponibile, ma il giorno dopo emana ben due provvedimenti, dove tra l’altro si legge: “L’affidamento dei bambini deve avvenire in maniera rapida, senza che gli adulti possano sostare sulla porta della sezione; per nessuna ragione le docenti debbono sostare a conferire con i genitori durante l’ingresso/uscita”. La dirigente ha facoltà di intraprendere qualsiasi iniziativa, ma certo è che la perentorietà è stata un primo segnale di chiusura al dialogo, ed a conferma di ciò arriva, infatti, la denuncia presso i carabinieri nei confronti del genitore che ha avuto l’alterco verbale con la docente”. “Nonostante ciò – prosegue il Garante – convoco un’audizione fra le parti allo scopo di mediare e la dirigente mi fa sapere all’ultimo momento di non essere disponibile se non in videoconferenza per soltanto mezz’ora o dopo il 17 aprire solo in videoconferenza. Considerato il clima e anche nel rispetto dei genitori disponibili e dell’invito di una istituzione, qual è il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la chiusura al dialogo si perpetua”.

Il cartello di sfida

“Finita? No – continua Marziale – perché il giorno dopo la mancata audizione ricevo da Locri alcune segnalazioni circa un cartello, siglato dalla dirigente scolastica, affisso davanti alla scuola che recita: “Le persone educate sono le benvenute, tutte le altre se ne possono andare”. Come se non fosse abbastanza, la dirigente redige un atto inviato alle famiglie ed ai docenti in data odierna, che recita, tra l’altro: “Manipolare le informazioni, strumentalizzare gli eventi alla ricerca dei consensi è un atto da condannare. Diventa deprecabile quando lo si fa sulle spalle dei bambini. Evidentemente qualcuno sta cercando di garantirsi qualcosa ma non la tutela dell’infanzia, questo è certo”.

Dialogo compromesso

 “La dirigente prima accondiscende al dialogo, poi emana circolari diametralmente opposte e si spinge fino a gettare discredito sulla figura del Garante – continua Marziale – che provvederà a farle reperire le relazioni annuali del mandato precedente, così da paragonare il proprio atteggiamento a quello di centinaia di suoi colleghi, che nel nome del dialogo imprescindibile tra scuola e famiglia, hanno risolto proprio davanti al Garante diatribe ben più accese. Magari è anche una buona occasione per documentarsi sull’istituzione e sulle funzioni del Garante. I bambini hanno diritto a godere dell’alleanza scuola-famiglia ed il Garante, laddove ci sono strappi, è tenuto ad intervenire se chiamato in causa, anche perché non intervenire equivarrebbe ad omissione d’atto d’ufficio. Se il dialogo è compromesso allora il Garante è tenuto ad informare la comunità. Sono regole basilari”.

Il Garante così conclude: “La comunicazione tra istituzioni è una cosa molto seria, così come lo è fra le persone. La nota odierna della dirigente mi costringe ad intervenire per informare debitamente docenti e genitori sugli accadimenti documentabili e a tutela dell’istituzione che rappresento ed allo stesso tempo a chiudere il cerchio invitando ancora una volta la dirigente a ritrovarsi sul piano dei rapporti con i genitori, perché alla fine è ciò che conta”.

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