“Cerchiamo i tre angeli che hanno salvato la vita del nostro piccolo Matteo”. Questo l’appello dei genitori del bimbo di 19 mesi che il 24 maggio scorso al centro commerciale “Le Fontane” di Catanzaro ha avuto un malore.
Il piccolo Matteo era con la mamma e la zia quando improvvisamente non si è sentito bene. Immediatamente tre persone sono arrivate in suo soccorso. Una vera fortuna, tre angeli che hanno salvato la vita di un bambino. “A questi – ci racconta la mamma – si è unita anche una quarta persona, che ringrazio immensamente, che lavora nell’area di ristoro del centro commerciale del capoluogo”. (LEGGI ARTICOLO)
Il piccolo Matteo era con la mamma e la zia quando improvvisamente non si è sentito bene. Immediatamente tre persone sono arrivate in suo soccorso. Una vera fortuna, tre angeli che hanno salvato la vita di un bambino. “A questi – ci racconta la mamma – si è unita anche una quarta persona, che ringrazio immensamente, che lavora nell’area di ristoro del centro commerciale del capoluogo”. (LEGGI ARTICOLO)
Così i genitori da Calabria 7 hanno lanciato un appello per conoscere e ringraziare le persone che hanno salvato la vita al loro bambino.
Sulla nostra pagina Facebook è la dottoressa Chiara Magrini a raccontarci che è lei una dei medici intervenuti che si trovavano nel centro commerciale in quel momento. Ed è intervenuta – scrive – con la dottoressa Sabrina Vaccaro.
Alla nostra mail ha scritto anche l’uomo intervenuto, un vigile del fuoco fuori servizio di Crotone, del quale pubblichiamo di seguito il racconto, testimonianza diretta di chi ha vissuto quel momento di paura per la salute del piccolo e che fortunatamente, con le dimissioni dall’ospedale avvenute ieri, si è risolto in un lieto fine.
“Scrivo in merito all’emergenza del 24 maggio verificatasi nel parco commerciale Le Fontane, mi chiamo Alessandro Marrazzo.
Sono un vigile del fuoco e presto servizio al comando di Crotone, mi trovavo lì con la mia famiglia lì, e ho sentito la mamma di quel bambino gridare, mi sono avvicinato e ho visto il bambino che aveva un malore, mi sono presentato ed ho collaborato alle operazioni di soccorso insieme ad una ragazza che si qualificava come infermiera, il bambino comunque respirava e aveva circolo, a quel punto sopraggiungeva una dottoressa alla quale ho lasciato spazio, preoccupandomi di far aprire le porte d’emergenza per far sì che il personale del 118 entrasse prima possibile.
Abbiamo dovuto affrontare il problema della porta bloccata, perché per aprirla bisognava attivare l’allarme antincendio e lo stesso avrebbe si sbloccato tutte le porte ma creato del panico all’interno del centro.
Insieme al titolare del locale di ristorazione abbiamo allertato le guardie giurate.
Trovate le chiavi, in un momento di alta tensione per la preoccupazione avuta per le sorti del bimbo, si è discusso sull’opportunità di aprire ugualmente la porta, ma la soluzione è stata trovata da me con la chiamata ai carabinieri, immediatamente giunti sul posto e che hanno aperto la porta nello stesso istante dell’arrivo del 118″.
Una storia che si è conclusa bene, nonostante la tensione tra il vigile del fuoco e la vigilanza restia all’apertura della porta. D’altronde nei momenti di panico e di responsabilità diverse questi episodi possono accadere, per fortuna senza conseguenze sul soccorso, regolarmente avvenuto, anche grazie ai carabinieri, che hanno scortato poi l’ambulanza con a bordo il bimbo di 19 mesi fino all’ospedale Pugliese.
Tuttavia, ciò che davvero conta, è che il piccolo stia bene e che l’umanità di diverse persone, professionisti attivi ed eroici, come le due dottoresse, l’infermiera, il vigile del fuoco, tutti fuori servizio, con carabinieri e 118 in azione, sia emersa tutta insieme, per salvare la sua vita.
Redazione Calabria 7