Bimbo stroncato in dieci giorni da un tumore al cervello rarissimo

L'evoluzione della malattia è stata molto rapida e inarrestabile, fino al decesso
tumore al cervello

Un bambino aostano di 10 anni è morto ieri mattina a causa di una rara forma di tumore al cervello. Il piccolo era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale Regina Margherita di Torino. Si chiamava Alessandro e viveva nel capoluogo valdostano insieme con un fratello, la mamma e la nonna. Una decina di giorni fa – riporta Repubblica Torino – ha avuto i primi sintomi: colpito da una paralisi facciale è stato portato all’ospedale Parini di Aosta dove i medici, dopo aver ricevuto l’esito dei primi esami, hanno disposto il trasferimento al più attrezzato centro sanitario torinese. L’evoluzione della malattia è stata molto rapida e inarrestabile fino al decesso.

Una forma di tumore maligno molto rara

Una forma di tumore maligno molto rara

“Si tratta di una forma di tumore maligno molto rara” e con “pochissime probabilità di cura e bassissime probabilità di guarigione a lungo termine, inferiore al 10% dopo un anno. Questo bambino era affetto da questa forma e non siamo riusciti a fare praticamente nulla”. Così la primaria di Oncologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita di Torino, la dottoressa Franca Fagioli, spiega all’ANSA il caso di Alessandro. Si tratta di “un tumore cerebrale ad elevata malignità posto in una sede del cervello in prossimità degli organi vitali”.

Registrati un paio di casi in un anno

La posizione è “particolarmente delicata” sia per la fase della diagnosi (il prelievo di una piccola parte di tessuto) sia quando si “comincia a curare” con chemioterapia o radioterapia, a causa delle modificazioni che subisce nella forma, riducendosi. “Quindi quando è a contatto con i centri vitali, il centro del respiro, il centro che regola il battito cardiaco, è evidente che è un tumore maligno che è anche in una sede assolutamente delicata”. Inoltre “è difficile intercettare dei segni premonitori precoci. In ogni caso è un tumore che, sia di piccole o grandi dimensioni, ha una prognosi sempre molto severa”. Nel reparto di Oncologia dell’ospedale infantile piemontese se ne presentano “una paio di casi l’anno”.

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