Associazione a delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, usura, estorsione, porto e detenzione illegale di armi e stupefacenti. Sono questi i reati contestati a vario titolo agli undici indagati destinatari di un provvedimento di fermo vergato dalla Dda di Catanzaro notificato ,al termine di un’articolata indagine dai poliziotti delle Squadre Mobili di Catanzaro e Crotone, inchiesta avviata nel marzo del 2020 sulla base degli esiti investigativi emersi anche in altro procedimento penale, diretta ad individuare l’ultrattività ed operatività della ‘ndrangheta del locale di Isola Capo Rizzuto. Trenta risultano invece gli indagati a piede libero (LEGGI).
La “bacinella” degli Arena
La “bacinella” degli Arena
Le acquisizioni probatorie, frutto di complesse attività tecniche, arricchite dai contributi offerti dai collaboratori di giustizia, consolidavano l’ipotesi dell’esistenza di una struttura associativa il cui elemento di vertice era ritenuto il soggetto al quale rivolgersi per la risoluzione di varie problematiche, come quella di proteggere un imprenditore isolitano dalle richieste estorsive rivoltegli da esponenti criminali egemoni in altri territori. Si sono raccolti indizi volti a stabilire che al predetto esponente apicale era demandata la gestione della cd. bacinella contenente le somme provenienti dalle attività illecite della cosca Arena, con le quali egli stesso provvedeva al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie. La prosecuzione delle indagini ha evidenziato l’ingerenza di varie famiglie presenti nel dimostrandosi, a livello indiziario, la perpetrazione di una serie di reati fine realizzati in nome e per conto delle consorteria di appartenenza, come traffico di armi, usura ed estorsioni.
L’ingerenza delle cosche sulla politica
Nel corso delle investigazioni è emersa, inoltre, l’ingerenza nelle cosche nel meccanismo di procacciamento di voti nel territorio di Isola Capo Rizzuto (KR) in favore di un candidato consigliere alle elezioni tenutesi il 3-4 ottobre 2021, per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria. Si tratta dell’avvocato del foro di Crotone Ottavio Tesoriere, 70 anni, indagato a piede libero nell’inchiesta della Dda di Catanzaro. Tesoriere, che vanta una lunga esperienza politica (è stato consigliere regionale e assessore comunale a Crotone), è accusato di scambio elettorale politico-mafioso poiché in occasione delle ultime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, in qualità di candidato come consigliere con la lista Occhiuto Presidente (Forza Azzurri in realtà), avrebbe stretto un accordo con Fabrizio Pullano e Pasquale Pullano, appartenenti all’omonima famiglia, considerata vicina alla ‘ndrangheta.
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