I Carabinieri della Compagnia di Locri, hanno eseguito all’alba di oggi un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Locri su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 23 soggetti (14 in carcere, 6 ai domiciliari e 3 al divieto di dimora nei comuni di Ardore e Bovalino), indagati – a vario titolo – per associazione per delinquere finalizzata all’organizzazione di delitti contro il patrimonio, quali estorsioni, ricettazioni, riciclaggi, furti e truffe, nonché contro la fede pubblica, l’ambiente ed in materia di stupefacenti, aggravati dalla disponibilità di armi. L’operazione ha avuto come teatro i centri di Ardore e Bovalino.
I nomi delle persone coinvolte nell’inchiesta
I nomi delle persone coinvolte nell’inchiesta
In carcere sono finiti Cosimo Berlingeri, 36 anni; Francesco Berlingeri, 54 anni; Iulian Florin Feraru, 34 anni; Damiano Bevilacqua, 42 anni; Davide Amato, 29 anni; Roberto Bevilacqua, 39 anni; Antonio Alessandro Bevilacqua, 27 anni; Francesco Berlingeri, 19 anni; Alessandro Bevilacqua, 30 anni; Cosimo Lavorata, 35 anni; Maurizio Bevilacqua, 49 anni; Gianluca Bevilacqua, 27 anni; Pierino Amato, 29 anni; Attilio Amato, 57 anni. Sottoposti ai domiciliari (con divieto di comunicare con persone diverse dai familiari conviventi): Salvatore Berlingeri, 49 anni; Rocco Bevilacqua, 50 anni; Damiano Bevilacqua, 31 anni; Mario Amato, 48 anni; Bruno Todarello, 58 anni e Giuseppe Marrapodi, 56 anni. Infine, indagati destinatari della misura non detentiva dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: B.D. di 33 anni; B.C. di 33 e A.A. di 19, residenti ad Ardore e Siderno.
Operazione “Iceberg”
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività d’indagine, sviluppata dal novembre 2019 dalle Stazioni Carabinieri di Ardore Marina e Bovalino, coordinata costantemente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, i cui esiti hanno permesso di comprovare l’operatività di un gruppo criminale attivo nel territorio dei comuni locridei, riconducibile ad elementi appartenenti alle locali comunità Rom – storicamente radicate sul territorio in posizione non conflittuale e non concorrenziale con la criminalità organizzata – che hanno pianificato e commesso delitti di rilevante gravità contro l’ordine pubblico, la persona, il patrimonio e la fede pubblica.
In particolare, l’attività investigativa ha consentito di delineare gli assetti interni della consorteria indagata, le responsabilità dei singoli associati in ordine all’organizzazione ed alla pianificazione dei delitti, alla scelta delle vittime ed alle modalità di attuazione. Inoltre, sono in corso approfondimenti volti ad indagare cointeressenze e contatti esistenti con le locali cosche di ‘ndrangheta.
Nell’inchiesta, i cui esiti sono compendiati nell’informativa dei comandi stazione, depositata nel luglio scorso sono ricostruiti e documentati la molteplicità di episodi criminosi di rilievo: dai furti in abitazione, alla ricettazione, dallo spaccio di sostanze stupefacenti (eroina e cocaina), alla detenzione abusiva di armi e munizioni, dallo smaltimento illecito di rifiuti (materiali di risulta, pericolosi e speciali), alle truffe con sottrazione di mezzi da lavoro, di motoveicoli, di ciclomotori, di equini, anche con la partecipazione di soggetti di minore età e con la disponibilità di armi, perpetrati nei comuni di Ardore, Bovalino, Bianco, Brancaleone, Caulonia, Locri, Marina di Gioiosa Jonica, Roccella Jonica, San Luca, Sant’Ilario dello Jonio e Siderno.
Dalle truffe online ai furti nelle abitazioni, tutti gli affari della “cosca degli Zingari”
Truffe, furti ed estorsioni. Maxi blitz contro i Rom in Calabria: raffica d’arresti