Lavoratrici e lavoratori domestici hanno tempo fino al 30 settembre per richiedere il bonus di 200 euro previsto dal Dl Aiuti. Per poterlo ricevere devono risultare titolari, già dal 22 maggio 2022, di uno o più rapporti di lavoro domestico regolarmente denunciati all’Inps e aver percepito un reddito inferiore ai 35.000 euro nel 2021. Tutte le altre categorie di professionisti che ancora non hanno ricevuto la misura hanno tempo fino al 31 ottobre per richiederla.
Chi lo ha ricevuto
Chi lo ha ricevuto
La circolare 73/2022 dell’Inps ha stabilito – come riporta il Corriere della Sera – che a luglio ricevessero il bonus 200 euro i beneficiari di reddito di cittadinanza, i titolari di trattamenti pensionistici o di accompagnamento alla pensione e i titolari di assegno sociale o per invalidità, oltre ai lavoratori dipendenti sia del settore pubblico che del settore privato con i necessari requisiti. Al primo luglio i pensionati ad aver ricevuto l’indennità sono stati 13 milioni e 137mila. Tra i percettori di Rdc sono stati invece 800mila nuclei familiari ad avere l’accredito della somma.
“Provvedimento non sufficiente”
Il provvedimento è stato giudicato dalla Filcams-Cgil “non sufficiente a dare risposte al problema dell’impoverimento dei redditi” e, secondo il sindacato, occorrono interventi strutturali. “Le lavoratrici e i lavoratori – scrive la Filcams – potranno presentare la domanda all’Inps tramite la Filcams Cgil territoriale e il Patronato Inca”. Secondo i dati 2021 diffusi dall’Osservatorio Inps sono 961.358 le lavoratrici e i lavoratori del settore regolarmente assunti, con un incremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente.
Il comparto, segnala la Filcams, resta a netta prevalenza femminile con la presenza dell’88,6% di lavoratrici donne, e registra una maggioranza di lavoratrici e lavoratori stranieri, concentrati soprattutto nella fascia tra i 50 e i 54 anni, con una più alta concentrazione degli addetti in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Toscana.
Lavoro irregolare dominante
Il 53% del totale sono collaboratrici e collaboratori domestici e il restante 47% assistenti familiari, che registrano i contratti di lavoro con un maggior numero di ore settimanali. Nonostante l’aumento del lavoro regolare, resta comunque dominante quello irregolare – denuncia in chiusura il sindacato -, “che si attesta ad un preoccupante e inaccettabile 60%”.