Bonus spesa, ecco come potranno essere spesi i 400 euro a partire da luglio

Sarà il Comune di residenza a contattare i percettori e comunicare le modalità di ritiro della Carta presso gli uffici postali
caro spesa calabresi

Per contribuire a far fronte alle difficoltà economiche delle famiglie, il Governo Meloni, ha messo a disposizione 500 milioni di euro per aiutare le famiglie ad acquistare alimenti di prima necessità. Il provvedimento è stato inserito nella manovra finanziaria e sarà destinato da luglio alle famiglie con Isee inferiore a 15 mila euro si tratta di una sorta di social card da utilizzare negli esercizi commerciali, a partire da quelli che sottoscriveranno i Piani di contenimento dei costi dei generi alimentari di prima necessità. Attenzione però la cifra è una tantum, vediamo come ottenerla e come spenderla.

A chi spetta

A chi spetta

Per poter ottenere la carta risparmio spesa occorre un reddito Isee massimo di 15 mila euro ed essere iscritti all’Anagrafe comunale.

I Comuni, infatti, ricevono dall’Inps l’elenco dei nuclei familiari che, in base alle DSU presentate per ottenere l’Isee, rientrano nei parametri necessari per ottenere la carta risparmio spesa. Sulla base degli elenchi, i Comuni stilano una graduatoria che rispetti il seguente ordine:

  • nuclei di almeno 3 persone di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009;
  • nuclei di almeno 3 persone di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005;
  • nuclei di almeno tre persone.
  • In ogni caso, all’interno dei singoli gruppi appena visti si darà priorità a chi ha un Isee più basso.

    Gli esclusi

    Le carte risparmio spesa non verranno concesse dai Comuni ai nuclei familiari titolari di:

  • Reddito di Cittadinanza;
  • Assegno di inclusione o qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà;
  • NASPI o DIS-COLL (indennità di disoccupazione);
  • Indennità di mobilità;
  • Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito;
  • Cassa integrazione guadagni-CIG;
  • Qualsiasi altra differente forma di integrazione salariale, o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.
  • A quanto ammonta

    Come abbiamo visto l’importo è di 382,50 euro a nucleo familiare. Assai poca cosa per far fronte alle necessità di famiglie numerose che hanno un reddito Isee così basso.

    Inoltre, non tutti saranno destinatari della misura perché i fondi sono limitati e permettono l’erogazione di un milione e 300 mila carte spesa sul territorio nazionale divise tra i Comuni con due criteri:

  • una quota pari al 50% del numero totale di carte è ripartita in proporzione alla popolazione residente in ciascun Comune;
  • una quota pari al restante 50% è distribuita in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite medio di ciascun Comune ed il valore del reddito pro capite medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione.
  • Come ottenere la carta risparmio spesa

    Poiché è l’Inps che fornisce gli elenchi dei potenziali percettori della carta, per questa volta i cittadini non devono presentare nessuna domanda. Infatti, sarà il Comune che contatta tramite posta il nucleo familiare che rientra nelle graduatorie e comunica ai percettori le modalità di ritiro della Carta presso gli uffici postali. Infatti, si tratterà di una Carta prepagata e ricaricabile rilasciata da Poste italiane tramite Postepay. Le carte saranno attive a partire dal primo luglio 2023 ma se non vengono utilizzate almeno una volta entro il 15 settembre 2023 vengono automaticamente annullate.

    Per cosa può essere utilizzata?

    La Carta risparmio spesa potrà esser utilizzata solo per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità, con esclusione delle bevande alcoliche. Attenzione però perché non potrà esser utilizzata ovunque, ma solo presso gli esercizi commerciali che decideranno di aderire a Piani di contenimento dei costi di questi prodotti. In particolare, tramite decreto del ministero dell’agricoltura sono stati elencati i beni per i quali è possibile usare la carta:

  • carni suine, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole;
  • pescato fresco;
  • latte e suoi derivati;
  • oli d’oliva e di semi;
  • prodotti della panetteria (sia ordinaria che fine), della pasticceria e della biscotteria;
  • paste alimentari;
  • riso, orzo, farro, avena, malto, mais e qualunque altro cereale;
  • farine di cereali;
  • ortaggi freschi, lavorati;
  • pomodori pelati e conserve di pomodori;
  • semi e frutti oleosi;
  • frutta di qualunque tipologia;
  • alimenti per bambini e per la prima infanzia (incluso latte di formula);
  • lieviti naturali;
  • miele naturale;
  • cacao in polvere;
  • acque minerali;
  • aceto di vino;
  • caffè, tè, camomilla.
  • Il reddito alimentare

    Oltre alla carta risparmio spesa, con la manovra di bilancio è stata prevista una misura sperimentale che vuole contrastare lo spreco alimentare e la povertà alimentare. Infatti, per il 2023 sono stati stanziati un milione e mezzo di euro che diventano 2 a partire dal 2024 per finanziare, nelle città metropolitane l’erogazione di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare. In pratica si tratterà di erogare alimenti di prima necessità ai soggetti in condizione di povertà assoluta presenti nel territorio. Per questi soggetti sarà possibile ritirare il pacco presso dei centri di distribuzione o riceverlo presso il proprio domicilio in caso di soggetti appartenenti alle categorie fragili. L’unica perplessità di questo provvedimento rimane nella modalità con cui le persone devono prenotare il pacco perché sarà possibile solo tramite una app da cellulare. (Altroconsumo)

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