C’è un pezzo di Calabria nella prima foto del buco nero che si trova al centro della nostra Galassia, la via Lattea. “Sono emozionato – afferma Rocco Lico, giovane scienziato 37enne originario di Mileto – e molto felice per questo lavoro di squadra che abbiamo compiuto negli ultimi tre anni. Si tratta di un lavoro – aggiunge l’astrofisico – che voglio dedicare alla mia Calabria, alla mia Mileto e soprattutto a mio padre scomparso da qualche anno che ha sempre creduto in me incoraggiandomi ad andare avanti”. Il trentasettenne è ricercatore presso l’Instituto de Astrofísica de Andalucía, in Spagna, e associato all’Inaf. Nella collaborazione Eht svolge un ruolo attivo nel gruppo di lavoro “Imaging”, partecipando a tutte le fasi del processo di elaborazione delle immagini.
Per riuscire nell’impresa è stato fondamentale il contributo di Alma, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, il più potente radiotelescopio esistente, che dal deserto di Atacama, in Cile, scruta il cosmo in banda radio a lunghezze d’onda millimetriche e submillimetriche. L’Italia partecipa ad Alma attraverso l’Eso (European Southern Observatory) e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo Alma nella sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna.
Per riuscire nell’impresa è stato fondamentale il contributo di Alma, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, il più potente radiotelescopio esistente, che dal deserto di Atacama, in Cile, scruta il cosmo in banda radio a lunghezze d’onda millimetriche e submillimetriche. L’Italia partecipa ad Alma attraverso l’Eso (European Southern Observatory) e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo Alma nella sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna.
“Questa scoperta – dichiara il ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa – dimostra come le reti collaborative di ricerca internazionale siano fondamentali per il progresso di tutti e come sia importante per l’Italia farne parte investendo, in modo continuo e stabile negli anni, in grandi infrastrutture di ricerca e di dati, per rafforzarle e implementarle sempre di più, e di come si debba fare uno sforzo per preservare queste reti anche in momenti di crisi”.