di Alessandro Manfredi – Bufera al Comune di Catanzaro, dopo il blitz di questa mattina da parte dei carabinieri
Le ipotesi di reato, alle quali devono rispondere 34 persone, tra cui 29 consiglieri comunali di Catanzaro, sono: truffa aggravata, falsità ideologica, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e uso di atto falso. I militari dell’Arma, dunque, hanno notificato alle persone coinvolte avvisi di garanzia per il gettone di presenza, nonchè i rimborsi avuti dai consiglieri. L’inchiesta riguarda le sedute delle commissioni consiliari.
Le ipotesi di reato, alle quali devono rispondere 34 persone, tra cui 29 consiglieri comunali di Catanzaro, sono: truffa aggravata, falsità ideologica, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e uso di atto falso. I militari dell’Arma, dunque, hanno notificato alle persone coinvolte avvisi di garanzia per il gettone di presenza, nonchè i rimborsi avuti dai consiglieri. L’inchiesta riguarda le sedute delle commissioni consiliari.
I verbali delle stesse commissioni, secondo gli inquirenti, avrebbero notificato la presenza di alcuni consiglieri, i quali erano assenti. Decisamente differente, tuttavia, la posizione da indagato ad indagato. Infatti, se ad alcuni viene contestata la falsa attestazione di presenza e la conseguente attribuzione di gettoni con cifre contestate che si aggirano sulle poche centinaia d’euro, alcuni casi spiccano per essere decisamente più gravi. Come ad esempio la posizione contestata al consigliere comunale Tommaso Brutto, che in complicità con Elzbieta Musiela e Carmelo Coluccio, rispettivamente amministratori formale e di fatto della società Verdeoro, avrebbe messo in piedi artifizi o raggiri per far risultare la formale assunzione del consigliere comunale, incassando così l’ingiusta somma di oltre 103 mila euro.
Gravi le posizioni dei consiglieri Antonio Mirarchi, Luigi Levato, Giuseppe Pisano, Fabio Talarico, Enrico Consolante che con “medesimo disegno criminoso” nel ruolo di presidenti delle Commissioni consiliari avrebbero attestato falsamente numerose sedute con la presenza di consiglieri che o non erano presenti oppure passavano solo per certificare la presenza e andare via subito dopo. Contestati sono ben 20 verbali di Prima Commissione, 17 in Seconda, 15 in Terza, 8 in Quarta, 10 in Quinta. Gli altri consiglieri comunali sono accusati di false verbalizzazioni.
Altri reati sono poi contestati ad Andrea Amendola, consigliere comunale, ed Antonio Amendola, fratello del consigliere e amministratore della A.B. Costruzioni, che secondo l’accusa, in concorso tra loro hanno procurato con raggiri o artifizi l’importo ingiusto di oltre 18 mila euro tra gennaio 2016 e maggio 2017 e da luglio 2018 a dicembre 2018 l’importo di oltre 46 mila euro.
Medesimo reato, con medesime modalità di rimborso, è contestato ad Enrico Consolante, consigliere comunale, Sabrina Scarfone e Pasquale Consolante, fratello del consigliere, che in qualità di dipendente ha attestato falsi rimborsi per oltre 23 mila euro. Uguale contestazione al consigliere Sergio Costanzo, che con la collaborazione di Salvatore La Rosa, amministratore dell’esercizio commerciale La Rosa Salvatore Zoomarket si sono procurati l’ingiusto compenso di oltre 78 mila euro.
Le parti indagate avranno 20 giorni di tempo per essere interrogati o per difendersi.
I nomi degli indagati.
Consiglieri: Antonio Triffiletti, Francesco Gironda, Rosario Mancuso, Antonio Angotti, Agazio Praticò, Manuela Costanzo, Roberta Gallo, Fabio Talarico, Cristina Rotundo, Gianmichele Bosco, Sergio Costanzo, Libero Notarangelo, Fabio Celia, Andrea Amendola, Antonio Ursino, Enrico Consolante, Giulia Procopi, Rosario Lostumbo, Eugenio Riccio, Demetrio Battaglia, Tommaso Brutto, Francesca Carlotta Celi, Lorenzo Costa, Nicola Fiorita, Filippo Mancuso, Giovanni Merante, Antonio Mirarchi, Giuseppe Pisano e Luigi Levato.
Datori di lavoro: Carmelo Coluccio; Antonio Amendola; Elzbieta Musielak; Sabrina Scarfone, Salvatore La Rosa.
Redazione Calabria 7