di Gabriella Passariello- Troppe le anomalie riscontrate dalla Guardia di finanza nel corso delle indagini che hanno portato all’operazione Cuore Matto, in esecuzione di due misure interdittive e di un sequestro preventivo nei confronti di tre indagati, provvedimenti vergati dal gip Gaia Sorrentino su richiesta della Procura di Catanzaro. I sopralluoghi svolti dai militari il 25 e il 27 febbraio 2019 all’interno della clinica privata Villa Sant’Anna, hanno consentito di riscontrare l’inesistenza del reparto Utic e di constatare come nelle stanze formalmente destinate all’Utic, si trovavano ricoverati, invece, pazienti cardiologici ordinari. Nel corso di un sopralluogo nell’Unità operativa Utic notano due stanze (302 e 303), collegate tra di loro, con un unico ingresso, nella 302 si trovano tre posti letto e da questa stanza poi si transita verso un locale più piccolo, dove si trovano due posti letto. Tra i due locali è presente una porzione delimitata da vetrate, dove è situato il quadro controller principale delle strumentazioni inserite su ogni postazione di degenza, dove vengono computati, complessivamente cinque posti letto.
Il reparto fantasma e i monitor spenti
Il reparto fantasma e i monitor spenti
Ma i monitor posizionati sopra i singoli letti e quello presente nella zona adibita al monitoraggio, sono spenti. Le dichiarazioni rese dai sanitari in servizio nel reparto di Cardiologia hanno consentito di appurare che il reparto Utic non è mai entrato in funzione, come unità specializzata: sono sempre state erogate prestazioni di ricovero ordinario o al più di urgenza stabilizzata, che non necessitano di Utic, tenuto conto anche del fatto che i pazienti non stabilizzati sono stati ricoverati nel reparto di Terapia intensiva postoperatoria. Quanto all’organizzazione del personale, non risulta essere stata mai individuata, né formalmente, né di fatto, una figura responsabile dell’Utic, così come il personale infermieristico non è mai stato formato con le competenze altamente specialistiche, richieste per poter operare in Utic. L’escussione del personale amministrativo ha consentito di far emergere ulteriori aspetti problematici della gestione Utic: un’impiegata nella segreteria di cardiochirurgia, dopo aver spiegato le modalità di inserimento del paziente nel sistema interno informatizzato di prenotazione, ha dichiarato di non aver mai ricevuto alcuna richiesta di degenza per il reparto Utic, sebbene avesse sentito parlare dell’esistenza di tale Unità al terzo piano della struttura. Un’altra impiegata della segreteria di Cardichirurgia ha riferito che l’Utic non era presente nella piattaforma telematica e in ogni caso non ha mai ricevuto prenotazioni per questa Unità operativa. Inoltre un attuale collaboratore amministrativo e già direttore del personale, dal 1 settembre 2001 alla data del 30 giugno 2017, ha escluso categoricamente l’esistenza dell’Utic, rilevando che i pazienti con criticità cardiologica sono sempre stati ricoverati nell’Unità di terapia intensiva post operatoria, evidenziando inoltre che il personale infermieristico assegnato al reparto di Cardiologia avrebbe dovuto percepire l’indennità prevista per il personale impiegato nei reparti di Terapia intensiva, indennità mai corrisposta ad alcuno.
Il contenuto della consulenza tecnica
L’inesistenza del reparto Utic in clinica risulta anche dal contenuto della consulenza tecnica, redatto dal professore Francesco Versaci, consulente del pubblico ministero. In sede di ispezione effettuata il 16 maggio 2019, il consulente tecnico ha accertato la carenza dei principali requisiti di base, imposti per ogni reparto Utic dalle linee Guida ministeriali e della Regione Calabria, descrivendo la mancanza dei requisiti minimi strutturali e tecnologici, impiantistici ed organizzativi: l’inadeguatezza degli spazi, la strumentazione carente, il personale sprovvisto di ogni formazione professionale. E ancora la dotazione di personale non è “assolutamente commisurata alla attività e alla congruità della Utic con il reparto di degenza Cardiologica, essendo inferiore ai livelli minimi imposti dalla normativa statale e regionale in materia di Utic, che per un reparto di otto posti letti impone 12 medici e 24 infermieri, con turni di lavoro ben precisi che garantiscano una copertura senza soluzione di continuità”.
“Accreditamento per 4 posti letto non per 5”
Già in passato l’Amministrazione sanitaria provinciale aveva rilevato che le due stanze di degenza non consentivano l’agevole movimentazione del personale di barelle e di apparecchiature. Sul punto si è soffermata la commissione dell’Asp di Crotone, competente sulle cliniche del distretto territoriale di Catanzaro per le procedure di verifica dei requisiti di accreditamento, rilevando all’esito del sopralluogo nei locali di Villa Sant’Anna nel 2012 con riferimento al reparto di Terapia intensiva coronarica, che : “le dimensioni del locale impongono una migliore disposizione dei letti tale da consentire al contorno l’agevole movimentazione del personale, di barelle, di apparecchiature e se questo non è sufficiente è necessario ricorrere alla soppressione di almeno un posto letto”. L’Asp di Catanzaro aveva recepito le osservazioni della commissione e la struttura commissariale della Regione Calabria aveva ratificato la conferma dell’autorizzazione e dell’accreditamento per 4 posti Utic. Tuttavia di fatto per come emerso dai sopralluoghi recenti, la clinica non aveva proceduto a eliminare il quinto posto letto: “per come accertato dalla polizia giudiziaria in sede di acquisizione documentale nella locale Asp non vi è documentazione che attesti da parte dell’Amministrazione l’accreditamento per soli quattro posti in luogo dei cinque originariamente accreditati.
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