Buona Pasqua Calabria. E’ il nostro semplice augurio, quello che il nostro giornale porge a tutti i suoi lettori ed in generale a tutti i calabresi sparsi nel mondo.
Buona Pasqua calabresi, a cuore aperto e pieno di speranza. Già, dura affermarlo in un tempo di pandemia mondiale. Di paura, di morte, di restrizione delle libertà. Un tempo di insicurezza, che ha investito ed annientato il nostro precedente tempo di illusoria certezza.
Buona Pasqua calabresi, a cuore aperto e pieno di speranza. Già, dura affermarlo in un tempo di pandemia mondiale. Di paura, di morte, di restrizione delle libertà. Un tempo di insicurezza, che ha investito ed annientato il nostro precedente tempo di illusoria certezza.
Buona Pasqua calabresi, che abbiate Fede in Gesù Cristo oppure no, poiché per tutti, volenti o nolenti, il significato contenuto nel momento più intenso della religione cristiana, praticata da mezza popolazione mondiale, racchiude oggi, nel tempo del Coronavirus, un linguaggio universale.
Alla Passione, alla sofferenza, al pianto, al dolore, alla paura, alla violenza, alla morte, segue una rinascita. Nel credo cristiano è vita eterna, da figli di Dio, in una condizione di giustizia, fratellanza, uguaglianza, dignità, amore ed armonia, che solo un libro come il Vangelo probabilmente è stato in grado di rappresentare nella pienezza del suo significato, raccontando la storia di un uomo, Figlio di Dio, chiamato Gesù. Un trentenne proveniente dalla Galilea, che con appena un pugno di seguaci stravolse per sempre la storia del mondo.
Ma qualora non si riuscisse proprio a percepire il senso divino nelle sue gesta, vale ugualmente attualizzare nel nostro tempo quanto di quell’uomo si racconta. La sua risurrezione, il suo essere superiore alla morte, è un concetto per noi umani quasi inconcepibile. Perché noi al massimo per l’eternità nutriamo l’ambizione, ma ad oggi la nostra scienza non è arrivata a tanto. E restiamo mortali.
Eppure permaniamo in un certo senso consapevoli che qualsiasi religione o teoria si voglia prendere in considerazione non riusciamo a sentirci finiti e non ci arrendiamo all’idea di non essere qualcosa che va oltre la vita terrena.
Ecco, è per questo che nel tempo del Coronavirus, qualsiasi sia la nostra origine ed il nostro successivo destino, tutti noi abbiamo bisogno di recuperare quella sensazione che ci rende abili a rinascere. Abbiamo bisogno della Pasqua. Abbiamo necessità di intravedere da subito e con speranza una risurrezione metaforica dell’umanità intera, che oggi sta portando la croce in vista del Calvario. Ma, nonostante le atroci sofferenze, vi deve essere in noi la forte Fede e la forte voglia di andare oltre. Oltre quella morte in croce, poiché abbiam certezza di risurrezione. “Ogni crisi è un pericolo, ma è anche un’opportunità. Ed è l’opportunità di uscire dal pericolo” – ha detto nel suo messaggio Mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra.
Ed allora Buona Pasqua calabresi, affinché vi sia risurrezione della nostra Calabria. Che di croci è piena zeppa. Sarà di nostro pugno un eventuale conversione. Perché se fin qui non ci avevamo creduto, oggi, nel tempo del Coronavirus, abbiamo il dovere di tornare a crederci, nella Risurrezione. Lo possiamo fare, proprio ora, nei giorni di una pandemia mondiale che scoraggia l’intera popolazione nel pianeta. Proprio ora, che siamo diventati improvvisamente tutti uguali. Perché solo noi eravamo illusi di essere diversi. La natura, invece, ci tratta per quelli che siamo, vale a dire, tutti la stessa cosa. Ed è un concetto bellissimo sul quale soffermarsi e dal quale magari produrre maggiore giustizia, maggiore forza, maggiore dignità. Abbiamo pagato sulla nostra pelle l’incompetenza delle certezze date, delle regole scritte, dei ritmi imposti. La nostra Calabria è diventata terra di ingiustizia, di paura, di abuso della dignità, in ogni cosa. La speranza è che questa pesantissima croce possa essere quella che condurrà alla risurrezione, che la porti ad essere una terra promessa, che ami i propri figli e li accolga, senza costringerli a fuggire. Terra di fratellanza e di opportunità. E, soprattutto, terra di competenze. Il Coronavirus ne ha fatte emergere tante. Ma tante altre ve ne sono. Ad esse sarà necessario affidarsi, per convertire quello che si era in quello che si ha il diritto di essere. La Calabria, e noi calabresi lo sappiamo, merita di Risorgere. Merita di vivere la sua Pasqua.
Buona Pasqua Calabria.
Gli editori e tutta la Redazione di Calabria 7