Giovane calabrese ucciso a colpi di pistola in un’azienda nel Reggiano: fermato il titolare

La vittima era un ex dipendente. A sparare sarebbe stato il proprietario dell'officina, anche lui calabrese
trebisacce

Ucciso con un colpo di pistola all’interno dell’azienda di pneumatici dove fino a poco tempo fa lavorava. Salvatore Silipo, 29 anni, è stato assassinato nei locali della Dante Gomme di Cadelbosco Sopra, nella pianura reggiana, intorno alle 15. I carabinieri, intervenuti poco dopo la sparatoria, hanno bloccato per fare accertamenti alcune persone presenti e stanno concentrando le indagini sul proprietario della ditta, Dante Sestito, che secondo le testimonianze raccolte sarebbe la persona che ha premuto il grilletto. In serata proseguono gli interrogatori ed è probabile che vengano emessi provvedimenti.

A quanto ricostruito Silipo aveva lavorato nell’azienda fino a circa un mese fa, come operaio. Poi il rapporto di lavoro si era interrotto, per motivi che sono al vaglio degli investigatori, i carabinieri della Compagnia di Guastalla e del nucleo investigativo di Reggio Emilia, coordinati dalla Procura. Nel primo pomeriggio di oggi, però, Silipo era tornato alla ditta per un incontro, forse un chiarimento, a cui hanno partecipato anche parenti di entrambi. Un’ipotesi è che il clima sia sia surriscaldato e Sestito abbia quindi estratto la pistola e fatto fuoco. È da chiarire se si sia successo con modalità che fanno pensare a un’esecuzione. A quel punto qualcuno è scappato, qualcun altro intanto ha attirato l’attenzione di due carabinieri che con una pattuglia stavano passando nei dintorni. I due giovani militari sono allora entrati nell’azienda, armi in pugno, e Sestito si è arreso. I carabinieri gli hanno sfilato l’arma dal giubbotto e lo hanno preso in consegna.

A quanto ricostruito Silipo aveva lavorato nell’azienda fino a circa un mese fa, come operaio. Poi il rapporto di lavoro si era interrotto, per motivi che sono al vaglio degli investigatori, i carabinieri della Compagnia di Guastalla e del nucleo investigativo di Reggio Emilia, coordinati dalla Procura. Nel primo pomeriggio di oggi, però, Silipo era tornato alla ditta per un incontro, forse un chiarimento, a cui hanno partecipato anche parenti di entrambi. Un’ipotesi è che il clima sia sia surriscaldato e Sestito abbia quindi estratto la pistola e fatto fuoco. È da chiarire se si sia successo con modalità che fanno pensare a un’esecuzione. A quel punto qualcuno è scappato, qualcun altro intanto ha attirato l’attenzione di due carabinieri che con una pattuglia stavano passando nei dintorni. I due giovani militari sono allora entrati nell’azienda, armi in pugno, e Sestito si è arreso. I carabinieri gli hanno sfilato l’arma dal giubbotto e lo hanno preso in consegna.

Si indaga su dinamica e movente

Chi indaga sta lavorando a ricostruire con esattezza la dinamica, il movente, il contesto: si tratta di persone di origini calabresi, lambite da alcune indagini. L’azienda era rimasta coinvolta in una maxi-inchiesta, chiamata ‘Billions’, su un’associazione a delinquere che faceva profitti grazie alle fatture false, con con un’udienza fissata nei prossimi giorni anche per il figlio, Antonio Sestito, imputato insieme ad altre 190 persone. Qualche anno fa la Dante Gomme aveva subito un attacco a colpi d’arma da fuoco. Anche l’assassinato aveva avuto problemi con la giustizia: a metà del 2020 era stata arrestato insieme ad un’altra persona per un’attività di spaccio di cocaina, con la base in un garage nel paese di Gualtieri. Era stata sequestrata cocaina e il materiale per confezionarla.

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