di Giovanni Bevacqua – La Calabria chiede di gettare la maschera. L’ultima ordinanza della presidente Jole Santelli, con cui ne impone sempre e comunque l’uso, ha scatenato l’ira dei social. E anche l’ironia. Perché appare tutto davvero troppo surreale, improvviso e contraddittorio per essere credibile. Nel giro di un paio di mesi si è passati dal “venite in Calabria perché da noi c’è solo il rischio di ingrassare” all’obbligo “di indossare correttamente la mascherina o altra idonea protezione a copertura di naso e bocca, oltre che in tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico e sui mezzi di trasporto pubblico, anche in tutti i luoghi all’aperto, per tutto l’arco della giornata, a prescindere dalla distanza interpersonale”.
E così non ci si può sorprendere se la diretta Facebook di Santa i Petra Kappa ottiene più di 1200 interazioni (tra mi piace e altre simpatiche faccine) e oltre 300 condivisioni. Per divenire virale anche su Whatsapp. E con il suo modo, sempre esplosivo, si immola a portavoce dei calabresi scatenando tutta la sua irriverenza contro la Santelli. “Ci hai chiuso gli eventi religiosi, hai impedito i funerali ma hai aperto le discoteche e hai invitato i turisti a venire in Calabria per le vacanze” ha detto con verve dialettale. Senza rinunciare a qualche parolaccia con “diritto di licenza”: “Cara presidente della Regione Calabria, non ti abbiamo rotto i cogl**** noi ma abbiamo già i cogl**** rotti noi per come siamo trattati, per come siamo governati”. Si scherza ma poi neanche così tanto. Certo, l’imposizione dell’uso della mascherina in questa fase così delicata non può essere e non è di certo un problema. Ciò che stranisce è la facilità con cui si è passati da un eccesso all’altro. Ciò che turba è la gestione dell’emergenza. Perché la gente finisce per sentirsi trattata da cogl**** e reagisce di conseguenza…
E così non ci si può sorprendere se la diretta Facebook di Santa i Petra Kappa ottiene più di 1200 interazioni (tra mi piace e altre simpatiche faccine) e oltre 300 condivisioni. Per divenire virale anche su Whatsapp. E con il suo modo, sempre esplosivo, si immola a portavoce dei calabresi scatenando tutta la sua irriverenza contro la Santelli. “Ci hai chiuso gli eventi religiosi, hai impedito i funerali ma hai aperto le discoteche e hai invitato i turisti a venire in Calabria per le vacanze” ha detto con verve dialettale. Senza rinunciare a qualche parolaccia con “diritto di licenza”: “Cara presidente della Regione Calabria, non ti abbiamo rotto i cogl**** noi ma abbiamo già i cogl**** rotti noi per come siamo trattati, per come siamo governati”. Si scherza ma poi neanche così tanto. Certo, l’imposizione dell’uso della mascherina in questa fase così delicata non può essere e non è di certo un problema. Ciò che stranisce è la facilità con cui si è passati da un eccesso all’altro. Ciò che turba è la gestione dell’emergenza. Perché la gente finisce per sentirsi trattata da cogl**** e reagisce di conseguenza…