Si moltiplicano le iniziative di protesta in Calabria dopo l’inserimento della regione tra le “zone rosse” per il nuovo Dpcm che prevede, di fatto, il lockdown per le aree più esposte al rischio Covid. In varie zone si registrano iniziative contro la decisione, alimentate soprattutto da imprenditori e commercianti. Davanti alle sedi istituzionali più importanti si segnalano piccoli presidi con appelli e cartelli di protesta, ma nel pomeriggio si terranno vere e proprie manifestazioni. A Catanzaro è stato organizzato un sit-in che si terrà alle 13 davanti agli uffici della Regione, nel quartiere Germaneto: “Sciopero delle tasse e revoca immediata della zona rossa per difendere il diritto alla libertà e al lavoro del popolo calabrese”, afferma l’imprenditore Francesco Chirillo che aggiunge: “L’inaccettabile decisione del Governo di chiuderci ancora una volta in casa per un mese, affondando quello che resta della nostra disastrata economia”.
“No alla Calabria zona rossa”
“No alla Calabria zona rossa”
Su Facebook, invece, è nato il gruppo “No alla Calabria zona rossa” che, in poche ore, conta già più di 17mila iscritti. Attraverso il social è stata promossa una manifestazione di protesta che si terrà in serata, alle 18, in Piazza Kennedy a Cosenza. “È il momento di chiedere misure economiche straordinarie immediate – hanno evidenziato i promotori – per le famiglie calabresi, altrimenti questo lockdown sarà il funerale della nostra terra. Perché non vogliamo morire né di Covid né di fame”. Analoga iniziativa a Rossano, dove alle 18,30, in Piazza Bernardino Lefosse, si terrà una “manifestazione pacifica e apartitica indetta da cittadini e commercianti per dire no alla scelta governativa di istituire una zona rossa in Calabria”. L’appello rivolto in particolare ai commercianti, al mondo dello sport e ai cittadini è quello di percorrere “insieme le vie principali della città per protestare e fare sentire il nostro dissenso contro questa porcata della zona rossa”. Ora dopo ora, però, le iniziative si moltiplicano e sono diversi gli appelli rivolti anche allo sciopero per il pagamento di tasse e tributi.
Un coro di no al lockdown
I padri minimi del santuario di San Francesco di Paola, capitale spirituale della regione, hanno diffuso un loro documento. “La nostra terra di Calabria è stata ormai definita “zona rossa” per il dilagare del coronavirus – si legge – in questo tempo di pandemia i suoi abitanti invocano lo speciale patrocinio di San Francesco di Paola, suo celeste patrono”. Il movimento “la Calabria che vogliamo”, guidato dall’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria Giuseppe Nucera, annuncia azioni legali contro il Governo: “Abbiamo dato incarico all’avvocato Francesco Palmeri – è scritto in una nota – di predisporre gli atti e procedere sia in sede penale che civile davanti ai giudici perché condannino il capo del Governo ed i Commissari che da 10 anni gestiscono la sanità in Calabria al risarcimento degli ingenti danni che la loro condotta provoca alle popolazioni ed alle imprese calabresi”.
Fra le manifestazioni annunciate, una si svolgerà a Cosenza alle 18, in piazza Kennedy. A promuoverla sono il Comitato Prendo casa e i centri sociali. “La Calabria è in assoluto la Regione meno colpita dalla pandemia, non solo in Italia ma in tutto il continente europeo. Chi sostiene la “zona rossa” per alto numero di contagi, alto numero di ricoveri o mancanza di posti letto esagera a danno dei cittadini calabresi che già vivono condizioni socio-economiche di forte disagio” dice intanto Pasquale Morisani, presidente del movimento civico #AmaReggio/Stanza 101.”Perché – domanda – invece di disporre misure esagerate a carico dei calabresi non si interviene per bloccare gli sbarchi sulle coste di migliaia di migranti con alta percentuale di positività al Covid??? Perché in sei mesi di relativa “tranquillità” il Governo, che si appresta a rinnovare il commissariamento della sanità calabrese, non ha predisposto un piano anticipando la prevista emergenza autunnale??? Perché ci sono milioni di euro nella sanità non utilizzati e fermi forse nei meandri della burocrazia??? Perché nessuno difende sul serio le categorie produttive, i commercianti, il terziario, gli artigiani, il mondo delle piccole imprese che rischia di essere affogato dall’imminente lockdown?”. Per Morisani “non è possibile continuare ad usare i calabresi come l’esercito di riserva del capitale settentrionale, come risorse utili solo per riempire treni in uscita e diretti al Nord. E oggi, oltre al danno, con decenni di malasanità e di interessi plurimiliardari, si arriva alla beffa della zona rossa”.