Calci, pugni e cinghiate in viso: divieto di dimora per 23enne

arresti reggio

In data 22/10/2019 la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza che ha imposto la misura del divieto di dimora nella provincia di Crotone nei confronti di Pantaleone Megna, nato a Crotone classe 1996. Lo stesso è ritenuto responsabile, insieme a suo cugino L.F. classe 2002, di lesioni personali gravi nei confronti di un ragazzo, a seguito di una lite avvenuta il 4 agosto a Crotone, alle prime luci del mattino, nei pressi di un chiosco antistante il cimitero comunale ove si soffermano spesso i giovani dopo aver trascorso il sabato sera presso qualche locale. In quell’occasione, infatti, la Sala Operativa della Questura veniva allertata in quanto veniva segnalata un’aggressione in corso ai danni di una persona che era riversa a terra ferita. Giunti sul posto, gli equipaggi, trovavano, in effetti, un ragazzo sull’asfalto che presentava numerose escoriazioni ed ematomi al viso ed alle gambe. Il ragazzo veniva subito trasportato in pronto soccorso ove gli venivano diagnosticate “contusioni multiple e una frattura alla costola destra”.

Grazie agli accertamenti svolti dapprima dalle pattuglie della Squadra Volante e poi dalla Squadra Mobile, si riuscivano a identificare gli autori della violenta aggressione nel Megna e in suo cugino minorenne. Nel corso delle indagini si poteva appurare che la ragione del pestaggio era da ricondurre a un banale battibecco dovuto ad uno scambio di sguardi tra la vittima ed il minorenne che degenerava velocemente con calci, pugni e cinghiate al corpo e al viso della vittima. Gli elementi raccolti venivano illustrati all’Autorità Giudiziaria che decideva di adottare la misura restrittiva anche in quanto non soltanto gravi, ma anche perchè erano emersi concreti tentativi d’intimidazione da parte degli indagati volti a far ritrattare le accuse mosse nei loro confronti. Il Megna, pertanto, veniva rintracciato e gli veniva intimato di lasciare la provincia con divieto di farvi rientro salvo autorizzazione.

Grazie agli accertamenti svolti dapprima dalle pattuglie della Squadra Volante e poi dalla Squadra Mobile, si riuscivano a identificare gli autori della violenta aggressione nel Megna e in suo cugino minorenne. Nel corso delle indagini si poteva appurare che la ragione del pestaggio era da ricondurre a un banale battibecco dovuto ad uno scambio di sguardi tra la vittima ed il minorenne che degenerava velocemente con calci, pugni e cinghiate al corpo e al viso della vittima. Gli elementi raccolti venivano illustrati all’Autorità Giudiziaria che decideva di adottare la misura restrittiva anche in quanto non soltanto gravi, ma anche perchè erano emersi concreti tentativi d’intimidazione da parte degli indagati volti a far ritrattare le accuse mosse nei loro confronti. Il Megna, pertanto, veniva rintracciato e gli veniva intimato di lasciare la provincia con divieto di farvi rientro salvo autorizzazione.

Redazione Calabria 7

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