Quasi un cittadino onorario di Caraffa tra il serio e il faceto, Antonio Mirarchi. E già, un prestigioso titolo scherzosamente meritato dal diretto interessato, dopo un ventennio (seppur con qualche pausa, peraltro trascorsa in altri club del capoluogo) al servizio della locale società calcistica impegnato in vari ruoli fino alla firma di pochi giorni orsono del nuovo contratto per sedersi in panchina, panca che negli ultimi anni ha oltretutto occupato lavorando con le formazioni dei ragazzi, e puntare alla promozione in caso di campionato di Seconda Categoria o alla salvezza nella serie superiore nell’evenienza in cui venga accolta la domanda di ripescaggio presentata dal sodalizio bianconero. Al di là di tutto assai lunga, come premesso, la militanza caraffota per il vulcanico tecnico catanzarese a partire da quel lontano ’99 quando assunse la guida tecnica della prima squadra in Seconda Categoria chiudendo con un onorevole quinto posto malgrado l’esilio forzato sul campo di Vena di Maida a causa del rifacimento del campo della cittadina di Caraffa. Poi il ritorno, un quinquennio dopo, nel 2004 e la permanenza fino al 2007 con la responsabilità della guida del Settore Giovanile ma anche, relativamente alla stagione sportiva 2005/2006, della prima squadra con un onorevole terzo gradino del podio, per così dire. Piazzamento addirittura migliorato nell’ennesimo rientro, nell’annata 2009/2010, con la chiusura alle spalle solo della capolista. Il resto, invece, è storia dei giorni nostri – biennio 2017/2019 – a insegnare ai ragazzi. Un rapporto interminabile, dunque, per un mister molto legato in passato al presidente Luigi Mannarino e ora ai suoi figli, i patron Luigi e Silvio. (D.C.)