Calcio, la FIGC decide per la ripartenza di Serie A, B e C: i dettagli

Anche in Italia potrebbe ripartire il calcio. Il Consiglio Federale, riunitosi oggi, ha espresso la volontà di riavviare e completare i campionati professionistici di Serie A, B e C, fissando al 20 agosto la data ultima di chiusura.

Le partite rimanenti dovrebbero giocarsi tutte e la data più probabile per la ripartenza è quella del 20 giugno, mentre la stagione si chiuderà il 31 agosto. Le condizioni della ripartenza saranno discusse definitivamente il 28 maggio, data dell’incontro decisivo tra Governo, Lega e FIGC.

Le partite rimanenti dovrebbero giocarsi tutte e la data più probabile per la ripartenza è quella del 20 giugno, mentre la stagione si chiuderà il 31 agosto. Le condizioni della ripartenza saranno discusse definitivamente il 28 maggio, data dell’incontro decisivo tra Governo, Lega e FIGC.

In caso di nuovo stop, sono previste “brevi fasi di play off e play out”. Se l’interruzione, invece, fosse definitiva “la classifica sarà definita applicando oggettivi coefficienti correttivi che tengano conto della organizzazione in gironi e/o del diverso numero di gare disputate dai Club e che prevedano in ogni caso promozioni e retrocessioni”.

Ad esprimere tutta la sua soddisfazione è Mauro Balata, Presidente della Lega B: “In Consiglio federale è passata la linea a cui abbiamo dedicato diversi mesi di lavoro e che è sempre stata coerente con la volontà di tutta la Lega B di ripartenza nel segno del merito sportivo – afferma il Presidente della lega cadetta – Ora avanti con le riforme necessarie a mettere in sicurezza il sistema e per questo non più rimandabili”.

Deluso, invece, Francesco Ghirelli, Presidente della Lega Pro: “Devo parlare il linguaggio della verità: quello che è uscito dal Consiglio federale non mi soddisfa per nulla. La Serie C ha una sua evidente specificità nel campo professionistico, altrimenti non si capirebbe perché ci sono A, B ed appunto Serie C – chiosa Ghirelli –  Noi non siamo in grado di tornare a giocare, ce lo hanno detto anche i sessanta medici sociali, dovevamo fare gli ipocriti e non parlare il linguaggio della verità? Il calcio va veramente riformato nella sua cultura. Noi non siamo in grado di assicurare la certezza delle misure per salvaguardare la salute”.

Redazione Calabria 7

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