(ndl) Mano pesante del Giudice Sportivo sugli aspetti disciplinari del derby Reggina-Catanzaro, conclusosi con la vittoria degli amaranto.
Conferme e qualche sorpresa rispetto a quanto visto e commentato subito dopo.
Conferme e qualche sorpresa rispetto a quanto visto e commentato subito dopo.
Anzitutto gli ex, piuttosto vivaci se non addirittura ‘cattivi’ come il calciatore giallorosso Andrea Bianchimano, squalificato per un turno ” perché al rientro negli spogliatoi al termine della gara rivolgeva frasi e gesti osceni nei confronti di tifosi della squadra avversaria (r.c.c.); ed il dirigente amaranto Matteo Patti (calciatore del Catanzaro pochi anni fa ed ora team manager della Reggina) “perché, al rientro negli spogliatoi al termine del primo tempo, sferrava un calcio a un tesserato della squadra avversaria (r.proc. fed.)“.
Scontate invece le squalifiche per una giornata ai calciatori De Rose (Reggina) e Martinelli (Catanzaro) espulsi per doppia ammonizione durante la gara.
Per quanto riguarda il team amaranto in particolare il Giudice ha inibito fino al 3 dicembre (otto gare) il Direttore Sportivo della Reggina Massimo Taibi perchè “a seguito dell’ammonizione entrava sul terreno di gioco proferendo frasi offensive nei confronti dell’arbitro; al rientro negli spogliatoi al termine del primo tempo di gara avvicinava nuovamente l’arbitro proferendo ulteriori frasi offensive. Al termine della gara, nonostante l’espulsione, rientrava sul terreno di gioco per esultare. Il suo comportamento ha dato luogo a un generale parapiglia sedato da steward, delegati di lega e collaboratori della procura federale“. Aggiunti anche 1000 euro di ammenda.
Inibito anche il dirigente Andrea Gianni, Direttore Generale, “perché al termine della gara rivolgeva con frasi offensive nei confronti di un delegato di Lega (r.proc.fed., r.c.c., panchina aggiuntiva)“, con l’aggiunta di 500 euro di ammenda.
Provvedimento pecuniario anche nei confronti della società amaranto, ben 7.500 euro “perché propri sostenitori, numerose volte durante la gara, intonavano cori di discriminazione territoriale nei confronti della squadra avversaria, approvati con applausi; gli stessi venivano ripetuti anche dopo gli annunci dissuasori dello speaker; perché persona non identificata ma riconducibile alla società proferiva frasi offensive nei confronti degli avversari (r.proc.fed., r.c.c.).
Nessun riferimento invece al presunto chiarimento non dovuto riferito dal tecnico del Catanzaro Auteri dall’arbitro Paterna a Taibi durante l’intervallo quando secondo il tecnico giallorosso diverse persone avrebbero avvicinato il direttore di gara.
Intanto rimane sempre di attualità la provocazione goliardica del massimo dirigente amaranto Luca Gallo autore di un balletto fuori dalle righe in Tribuna Coperta mentre indossava una maglietta con una scritta assai discutibile e irriguardosa dei principi di sportività e rispetto per gli avversari che un presidente, massima espressione di una società calcistica, non dovrebbe mai dimenticare di dover esprimere. Anche a costo di doversi sforzare.