di Danilo Colacino – Volti più distesi sulla sponda giallorossa, grazie alla vittoria interna per 3-1 sull’Avellino, nella sala stampa del Nicola Ceravolo dopo una settimana, anzi un periodo, assai difficile per un fin qui non pienamente soddisfacente Catanzaro.
L’unico che come ovvio non sorride davanti a microfoni e telecamere è l’allenatore dei Lupi irpini, il vulcanico e talvolta folkloristico Eziolino Capuano: “Abbiamo avuto poco tempo per lavorare dal mio arrivo a oggi (circa 15 giorni, ndr). Troppi incontri ravvicinati, quindi non so cosa ci si sarebbe potuto aspettare di più. Purtroppo nell’occasione abbiamo regalato ai padroni di casa il gol del raddoppio nel nostro miglior momento, quando eravamo appena reduci dall’aver colpito un clamoroso incrocio dei pali. C’è del resto da migliorare su tante cose. Peccato, però, aver commesso lo stesso sbaglio del match contro la Reggina. Regalo inaccettabile. Laezza, reo di tutto ciò in entrambi i casi, resta comunque un giocatore importante, ma se continua con queste ingenuità è adeguato per il torneo del bar non per un campionato professionistico. Al di là di ogni considerazione, tuttavia, sono certo che giocando appena un po’ meglio di così, ci salveremo in carrozza”.
L’unico che come ovvio non sorride davanti a microfoni e telecamere è l’allenatore dei Lupi irpini, il vulcanico e talvolta folkloristico Eziolino Capuano: “Abbiamo avuto poco tempo per lavorare dal mio arrivo a oggi (circa 15 giorni, ndr). Troppi incontri ravvicinati, quindi non so cosa ci si sarebbe potuto aspettare di più. Purtroppo nell’occasione abbiamo regalato ai padroni di casa il gol del raddoppio nel nostro miglior momento, quando eravamo appena reduci dall’aver colpito un clamoroso incrocio dei pali. C’è del resto da migliorare su tante cose. Peccato, però, aver commesso lo stesso sbaglio del match contro la Reggina. Regalo inaccettabile. Laezza, reo di tutto ciò in entrambi i casi, resta comunque un giocatore importante, ma se continua con queste ingenuità è adeguato per il torneo del bar non per un campionato professionistico. Al di là di ogni considerazione, tuttavia, sono certo che giocando appena un po’ meglio di così, ci salveremo in carrozza”.
Di tenore assai diverso, come ovvio, le dichiarazioni, comunque affatto trionfalistiche, del suo collega Gianluca Grassadonia: “Siamo un cantiere aperto. Ma con l’aiuto del pubblico, che anche oggi (ieri per chi legge, ndr) ci ha sostenuto, risaliremo la china. Adesso, però, non guardiamo la classifica. Come detto, fin dal mio primo giorno qui, dobbiamo innanzitutto ricostruire un gruppo in cui non ci sono prime donne. Solo soldati. E a me piacciono l’anima e la meritocrazia, ma anche calciatori umili che giocano con rispetto della gente. Io valuto infatti soltanto cosa vedo come mi ha insegnato il maestro Carlo Mazzone, che diceva: sul campo c’è scritto tutto. Noi, inoltre, non facciamo promesse e ci concentriamo per evitare di ripetere disattenzioni e leggerezze del recente passato. Ci sono diritti e doveri. Qui abbiamo ricevuto molto e allora dobbiamo dare altrettanto. I ragazzi dovevano insomma capire cosa volevo e sacrificarsi per darmelo quale loro interlocutore principale. Vecchi e nuovi, senza parlare di singoli che non trovo appropriato, hanno in sostanza un obbligo: migliorarsi. E questo vale pure per me, che ho l’imperativo di essere bravo a tirare fuori tutto il meglio da ognuno di loro”.
A chiudere il parere del centrocampista delle Aquile Giuseppe Statella: “Siamo tanti, ma il mister sa come scegliere. A noi tocca seguirlo e applicare i suoi concetti. Il modulo nuovo? Buono. Ha fruttato una vittoria, che ci ha sbloccato mentalmente dopo un mese a bocca asciutta. Ma con il tecnico Gaetano Auteri non hanno funzionato solo i risultati. È però un capitolo chiuso. Grazie intanto al presidente che è ci è sempre vicino, ultimamente quasi ogni giorno sottraendo tempo al lavoro e alla sua famiglia”.