Di Vincenzo Imperitura
È solo serie c, ma non lo dite agli 8 mila e passa tifosi che hanno sfidato il caldo appiccicaticcio e sfiancante di questo inizio settembre per seguire l’esordio casalingo della Reggina. È solo serie c, ma non lo dite alla difesa della Cavese, che alla fine del pomeriggio è tornata a casa ancora frastornata dalle giocate “fochesche” di un Reginaldo in forma smagliante e da quelle di un Sounas formato gigante. E se sono i singoli che hanno impressionato per capacità di palleggio, la cosa che più colpisce in questa nuova creatura targata Mimmo Toscano, è la sensazione di essere squadra sempre: quando difende con i ripiegamenti degli esterni (a turno) e di Salandria (sempre) e quando si ripropone con le stesse mezzali che recuperano il pallone pensando già a come attaccare lo spazio. Una sensazione piacevole che sullo Stretto non si vedeva da tempo e che ha riacceso l’entusiasmo di città e provincia.
È solo serie c, ma non lo dite agli 8 mila e passa tifosi che hanno sfidato il caldo appiccicaticcio e sfiancante di questo inizio settembre per seguire l’esordio casalingo della Reggina. È solo serie c, ma non lo dite alla difesa della Cavese, che alla fine del pomeriggio è tornata a casa ancora frastornata dalle giocate “fochesche” di un Reginaldo in forma smagliante e da quelle di un Sounas formato gigante. E se sono i singoli che hanno impressionato per capacità di palleggio, la cosa che più colpisce in questa nuova creatura targata Mimmo Toscano, è la sensazione di essere squadra sempre: quando difende con i ripiegamenti degli esterni (a turno) e di Salandria (sempre) e quando si ripropone con le stesse mezzali che recuperano il pallone pensando già a come attaccare lo spazio. Una sensazione piacevole che sullo Stretto non si vedeva da tempo e che ha riacceso l’entusiasmo di città e provincia.
Pronti via, nell’undici iniziale amaranto l’unico “sopravvissuto” alla scorsa stagione è Ciccio Salandria, mentre Reginaldo e Corazza si girano attorno appoggiandosi ad una squadra che riesce ad essere sempre molto corta. Prima Corazza, poi il doppio uno due amaranto grazie al goffo autogol di Bisogno e a una stilettata di Reginaldo, che scatena il panico ogni volta tocchi palla (un gol e un paio di assist in saccoccia) e che prende e distribuisce calcioni fino al novantesimo, con tanti saluti ai maligni che parlavano di un vecchietto che non si reggeva in piedi. Nel mezzo il rigore della Cavese (il secondo contro in due partite) e il tripudio con il gol del greco e quello, bellissimo, di Nicola Bellomo che festeggia baciando la maglia sotto la sud e assieme a Salandria rivendica un posto tra i titolari. La squadra fila che è un piacere, tra una manciata di giorni è Festa di Madonna, e il pubblico fa la sua parte.
È solo serie c, ma alla Sud non gliene frega niente, e canta e balla e si diverte: i fischi all’ingresso dei tifosi della Cavese rincorrono storie di botte leggendarie targate anni ‘80 ma a risultato acquisito lo stadio ruggisce e il coro che era stato di Lillo torna buono anche per Gallo, perché sognare non costa niente e i tifosi amaranto lo sanno benissimo.
Redazione Calabria 7