Call Center Abramo, Usb: dal precariato… al terrore giornaliero

abramo customer care

“Nei giorni scorsi avevamo denunciato come vivono i nostri lavoratori del call center a Catanzaro, -vivono con un nodo scorsoio al collo che ogni giorno si fa più stretto- infatti hanno riproposto i contratti mensili su tre giorni la settimana a turnazione fissa, perché succede proprio questo l’azienda abramo finite le quattro ore di lavoro da loro IMPOSTE in sfregio al contratto di lavoro, con il massimo della rigidità, si devono obbligatoriamente alzare e passeggiare per le campagne calabresi”.

Lo scrive l’Usb Calabria nella nota pubblicata sul sito web del sindacato.

Lo scrive l’Usb Calabria nella nota pubblicata sul sito web del sindacato.

“Dopo i nostri comunicati ed interventi sulla qualità di vita giornaliera dentro il call center -i lavoratori vivono Apartheid, nemmeno degni di un saluto all’entrata a lavoro, nessuna autonomia esecutiva gestionale e organizzativa degli operatori -ma sottoposti a vessazioni ed obblighi infelici da parte degli esecutori di ordini all’interno dell’azienda.

Ogni giorno devono prenotarsi attraverso una piattaforma telematica per poter andare a lavorare, tutto ciò previa disponibilità della postazione!! Se la “poltrona “ è occupata nemmeno oggi si lavora !! il contratto infatti prevede che : non esiste alcuna postazione fissa per i collaboratori!!!!

Abbiamo tentato INUTILMENTE, di sensibilizzare il governo attraverso il sottosegretario al lavoro per superare questo clima e queste condizioni di precariato, per i tanti contratti a tempo determinato, al fine di arrivare dopo dieci anni di lavoro a “contratto giornaliero” all’aspirata stabilizzazione, -purtroppo registriamo una indifferenza del governo e determine dello stesso, che vanno in senso contrario alla stabilizzazione. Siamo oltre la flessibilità anche questa imposta da accordi capestro di altre organizzazioni sindacali.

Ma al peggio non ce mai fine oltre all’indifferenza nazionale, senza parlare di quella locale che NON esiste ne a livello regionale, figuriamoci a quella provinciale, si aggiunge l’ostracismo nei confronti di questi lavoratori all’interno dell’azienda, una guerra di nervi all’interno del posto di lavoro incomprensibile!!

Abbiamo assistito a vessazioni e trasferimenti forzati da una sede all’altra, terrore di perdere il lavoro ripetuto ogni giorno nelle “cuffie” degli operatori, -questo è il dramma di operatori e operatrici del call center che operano nell’immediata periferia di Catanzaro, lavoratrici che lasciano famiglie con panino in borsa, al freddo, auto “multiuso “ in comproprietà con le altre, per vendere i prodotti a chi poi gli riserva un trattamento di giornaliero terrore.

Il quadro che emerge è terrificante, i lavoratori si chiedono – Che c’è dietro tutto questo? Forse il volersi liberare di “vecchi” dipendenti che lavorano lì da un po’ di anni. ( 10 )

Il guaio, però, è che nel mentre si cerca di mandare a casa con “mezzucci” i dipendenti , pare che nelle altre filiali siano arrivate nuove unità lavorative. Giovani ingaggi, forse. Ma qualsiasi sia la “politica aziendale” è drammatico vedere giovani donne, giovani madri, persone con difficoltà e tutti gli altri, trattati come tritato di carne.

La nostra battaglia prosegue con iniziative di denuncia in tutte le sedi nei prossimi giorni – vogliamo poi, e alcuni politici – di quelli di razza!!(?) – ci han dato la loro disponibilità alzare il tono della protesta e far arrivare la questione sui tavoli del Governo nazionale, sempreché non siano impegnati con il federalismo fiscale dei “ricchi” di chi più ha.. più avrà!! e tagliare il paese in due!”.

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