Camere Commercio, Mangialavori: “L’accorpamento è una follia”

mangialavori

«L’accorpamento delle Camere di Commercio di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone è una assoluta follia alla quale bisogna opporsi, soprattutto se verrà portata avanti attraverso manovre subdole e antidemocratiche». Lo afferma il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. «Una ventina di enti camerali “dissenzienti”, nelle scorse ore – aggiunge il parlamentare – ha denunciato il tentativo di commissariare le Camere di Commercio italiane interessate dalla procedura di accorpamento per mezzo di un emendamento da inserire in sede di conversione del Decreto legge 101. Sarebbe, secondo gli enti che si oppongono alla fusione, un modo per bloccare i ricorsi contro la riforma del sistema camerale del 2015.

Il piano – continua Mangialavori – consisterebbe, a parere delle Cdc “ribelli”, nel commissariare le Camere non ancora accorpate, tra cui quelle di Catanzaro, Vibo e Crotone, al fine di ritirare i ricorsi pendenti davanti alla Corte costituzionale e al Tar e di consentire il completamento delle procedure di accorpamento. Sarebbe – spiega il senatore azzurro – una manovra illiberale e incostituzionale, che avrebbe l’effetto di provocare le fusioni in modo forzoso. È solo il caso di ricordare che diverse Cdc, una Regione e altre associazioni di categoria hanno fatto ricorso contro la riforma e che la magistratura amministrativa ha ravvisato il fumus di incostituzionalità, rimandando la decisione alla Consulta, con un altro eventuale passaggio davanti al Tar del Lazio. È dunque evidente che bisognerebbe rispettare il percorso giudiziario già avviato e non procedere con colpi di mano illegittimi e antidemocratici. Se l’idea di commissariare gli enti “ribelli” dovesse infine concretizzarsi – conclude Mangialavori – si verrebbe a creare un grave vulnus che metterebbe a rischio tutto il sistema camerale italiano».

Il piano – continua Mangialavori – consisterebbe, a parere delle Cdc “ribelli”, nel commissariare le Camere non ancora accorpate, tra cui quelle di Catanzaro, Vibo e Crotone, al fine di ritirare i ricorsi pendenti davanti alla Corte costituzionale e al Tar e di consentire il completamento delle procedure di accorpamento. Sarebbe – spiega il senatore azzurro – una manovra illiberale e incostituzionale, che avrebbe l’effetto di provocare le fusioni in modo forzoso. È solo il caso di ricordare che diverse Cdc, una Regione e altre associazioni di categoria hanno fatto ricorso contro la riforma e che la magistratura amministrativa ha ravvisato il fumus di incostituzionalità, rimandando la decisione alla Consulta, con un altro eventuale passaggio davanti al Tar del Lazio. È dunque evidente che bisognerebbe rispettare il percorso giudiziario già avviato e non procedere con colpi di mano illegittimi e antidemocratici. Se l’idea di commissariare gli enti “ribelli” dovesse infine concretizzarsi – conclude Mangialavori – si verrebbe a creare un grave vulnus che metterebbe a rischio tutto il sistema camerale italiano».

Redazione Calabria 7

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