di Antonio Battaglia – Era la notte tra il 9 e il 10 settembre del 2000. Un fiume di fango e detriti travolse il camping “Le Giare” di Soverato, dove trovarono la morte 13 persone tra le quali un gruppo di disabili e i loro accompagnatori. Un corpo, quello di Vinicio, non è stato mai ritrovato.
Sono passati venti anni da quella tragedia che nessuno potrà mai dimenticare. Automobili ribaltate, roulotte sui rami degli alberi, mezzi di soccorso in difficoltà tra la fanghiglia. Le immagini di quel disastro sono rimaste impresse nella mente di tutti i calabresi.
Sono passati venti anni da quella tragedia che nessuno potrà mai dimenticare. Automobili ribaltate, roulotte sui rami degli alberi, mezzi di soccorso in difficoltà tra la fanghiglia. Le immagini di quel disastro sono rimaste impresse nella mente di tutti i calabresi.
Le celebrazioni del ventennale, presiedute da monsignor Bertolone, si sono tenute, come ogni anno, sulla riva del torrente Beltrame alla presenza delle più alte cariche civili e militari, dei parenti delle vittime e di tutti quei volontari che ancora oggi prestano servizio a favore di ammalati e disabili.
“Impossibile colmare la mancanza”
“Ogni anno – dice Simona Miriello, figlia della scomparsa Franca Morelli – è una amarezza ritornare in un posto dove hanno perso la vita 13 persone. Non esiste il modo per colmare la mancanza”. Commosso anche il ricordo di Maria Gloria Simone, figlia di Salvatore Simone, che ha donato un defibrillatore all’amministrazione comunale di Soverato: “Dopo venti anni è ancora molto dura– ha affermato – Si rivivono quei momenti, quelle emozioni. Mio padre era riuscito a salire su un albero con un ragazzo disabile ma un’ondata li ha travolti, cancellando le loro vite”.
“Il ricordo continua a bruciare sulla nostra pelle”
Presente alla cerimonia il sindaco di Soverato Ernesto Alecci, che ha inteso diffondere un messaggio di speranza. “Il ricordo continua a bruciare sulla nostra pelle – le sue parole – La volontà di realizzare una piazza in questo posto ha lo scopo di tenere viva la memoria della tragedia peggiore che ha vissuto la nostra città. Da un evento del genere bisogna, però, ripartire affinché gli amministratori e i semplici cittadini vivano con maggior responsabilità le loro azioni”.
Redazione Calabria 7