“Gli interventi attuati e in via di attuazione, sotto il controllo delle autorità veterinarie, conduce a ritenere che non sussiste il pericolo di commissione di ulteriori reati di maltrattamenti o anche di aggravamento delle condizioni dei cani ospitati nelle strutture sequestrate, che pertanto potranno ritornare nella disponibilità del titolare anche per poter completare gli interventi richiesti dalle autorità sanitarie”. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto da Giuseppe Valea, a latere Ermanna Grossi e Valeria Isabella Valenzi, accogliendo la richiesta formulata dall’avvocato Stefania Mantelli, ha disposto la restituzione, di quello che è stato definito un canile lager, con i suoi due capannoni, situati in località Janò quartiere a Nord di Catanzaro. Capannoni che ritornano nella disponibilità di Raffaele Ruzzo, 54enne, indagato per maltrattamenti di animali, per insussistenza dei presupposti del sequestro preventivo, emesso dal gip l’8 giugno scorso. I sigilli erano stati circoscritti alle strutture che ospitavano 66 cani di razza, i quali sebbene custoditi in locali le cui condizioni hanno attirato l’attenzione dei Carabinieri forestali della Stazione di Taverna non sono stati sottratti alla disponibilità di Ruzzo. “Va osservato che nei capannoni, per disposizione anche del servizio veterinario dell’Asp di Catanzaro, continuano ad essere ospitati gli animali, in attesa di eventuale trasferimento in altre strutture, restando a carico di Ruzzo l’obbligo di provvedere alle prescrizioni indicate dalla stessa Azienda sanitaria”. Nelle motivazioni del Riesame viene specificato che il medico veterinario a cui Raffaele Ruzzo ha conferito incarico professionale, “ha attestato l’avvenuta disinfezione delle strutture, dovendo provvedere l’indagato alla migliore distribuzione dei box e collocazione dei cani in ragione della compatibilità per sesso ed età”.
I fatti risalgono al mese di giugno scorso quando a conclusione di una attività avviata su segnalazione al 112 e durata diversi giorni, le Stazioni Carabinieri Forestale di Catanzaro Girifalco, S. Vito sullo Jonio, Sersale e Taverna, unitamente al personale del servizio veterinario dell’Asp, dei Vigili urbani di Catanzaro, e di volontari Guardie zoofile del Wwf, hanno individuato, due locali fatiscenti, in blocco di cemento, tavolame e lamiera, distanti tra di loro ed estesi più di 400 metri quadri, dove si trovavano 66 cani di razza, dei quali 10 cuccioli, quasi tutti con una catena di lunghezza estremamente ridotta, con ciotole per l’alimentazione e per l’acqua inidonee.
I fatti risalgono al mese di giugno scorso quando a conclusione di una attività avviata su segnalazione al 112 e durata diversi giorni, le Stazioni Carabinieri Forestale di Catanzaro Girifalco, S. Vito sullo Jonio, Sersale e Taverna, unitamente al personale del servizio veterinario dell’Asp, dei Vigili urbani di Catanzaro, e di volontari Guardie zoofile del Wwf, hanno individuato, due locali fatiscenti, in blocco di cemento, tavolame e lamiera, distanti tra di loro ed estesi più di 400 metri quadri, dove si trovavano 66 cani di razza, dei quali 10 cuccioli, quasi tutti con una catena di lunghezza estremamente ridotta, con ciotole per l’alimentazione e per l’acqua inidonee.
Il sequestro
Tramite il personale dell’Asp tutti gli animali sono stati regolarmente identificati con l’applicazione dei microchip previsti dalla legge. Nonostante la disponibilità del comune di Catanzaro a custodire gli animali nel proprio canile ubicato a S. Floro, a causa della delicatezza delle razze riscontrate, sarebbe stato assolutamente rischioso il trasporto, peraltro tentato, e la custodia nel canile, con elevata probabilità di causare ferite o altre conseguenze più gravi. (g. p.)