di Vincenzo Imperitura e Sacha Malgeri – Molta confusione si è creata nei giorni scorsi in seguito alla notizia dell’inserimento di Canolo in una delibera dell’Agcom che riguarda l’assegnazione delle frequenze per le nuove tecnologie 5g. Tra paure mai sopite, assenza pressoché totale di comunicazioni tra enti pubblici e un po’ di sano allarmismo di paese, la notizia di questo salto nel futuro ha messo in allarme parte della popolazione che ha cominciato a bussare alla porta del sindaco.
La gran parte degli studi sul 5g, tende a smentire la pericolosità sull’uomo rispetto all’esposizione alle alte frequenze utilizzate dalla nuova tecnologia. Fatto sta che, tra poco meno di tre anni, il piccolo centro aspromontano dovrà garantire standard di ricezione tali da permettere alle compagnie che costruiranno le infrastrutture, a loro spese, di non perdere la concessione. Canolo non sarà quindi uno dei paesi in cui testare la nuova tecnologia: sarà invece utilizzato da Agcom, insieme ad altri 120 comuni, come metro di giudizio per stabilire la qualità del segnale che dovrà essere perfetto per luglio 2022, in anticipo quindi rispetto alla maggior parte del resto del paese. I tempi stringono ma di queste nuove reti che dovranno essere operative tra 36 mesi nessuno ne sa niente. Nemmeno al parco d’Aspromonte, nei cui confini rientra il territorio di Canolo.
La gran parte degli studi sul 5g, tende a smentire la pericolosità sull’uomo rispetto all’esposizione alle alte frequenze utilizzate dalla nuova tecnologia. Fatto sta che, tra poco meno di tre anni, il piccolo centro aspromontano dovrà garantire standard di ricezione tali da permettere alle compagnie che costruiranno le infrastrutture, a loro spese, di non perdere la concessione. Canolo non sarà quindi uno dei paesi in cui testare la nuova tecnologia: sarà invece utilizzato da Agcom, insieme ad altri 120 comuni, come metro di giudizio per stabilire la qualità del segnale che dovrà essere perfetto per luglio 2022, in anticipo quindi rispetto alla maggior parte del resto del paese. I tempi stringono ma di queste nuove reti che dovranno essere operative tra 36 mesi nessuno ne sa niente. Nemmeno al parco d’Aspromonte, nei cui confini rientra il territorio di Canolo.
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In un appartamento confiscato alla criminalità organizzata, in questa cadente palazzina alla periferia nord di Reggio Calabria, ci sono gli uffici del Parco d’Aspromonte, ente da cui dipende l’autorizzazione a qualsiasi nuova infrastruttura.
La materia risulta essere molto complicata, anche perché la mancanza di comunicazioni tra lo stato centrale e le sue propaggini periferiche, è diventata proverbiale in questo pezzo di Italia. L’attenzione resta comunque alta, anche perché a Canolo esistono delle zone in cui l’intervento umano è fortemente limitato.
E in questa Babele di norme, limitazioni, delibere nazionali e direttive europee a Canolo resta l’amara constatazione che, in attesa del futuro, nel presente, telefonare col cellulare è impossibile.
Una beffa doppia visto che, nel 2007, proprio in questo spiazzo affacciato sulle montagne, il comune ci aveva provato a installare un ripetitore per la telefonia, ma in quell’occasione, a mettersi di traverso era stata la soprintendenza ai beni paesaggistici.
Sfumato il guadagno per l’occupazione di suolo pubblico, e in attesa del futuro che incombe, a Canolo, comunque il telefono continua a non funzionare.