Sono stati autidi nella seduta di ieri della commissione Assetto e utilizzazione del territorio e Protezione dell’ambiente della Regione Calabria il dirigente generale del Dipartimento tutela del territorio e dell’ambiente Gianfranco Comito; il sindaco del Comune di Rende e presidente dell’ATO di Cosenza Marcello Manna e il direttore dell’ATO di Cosenza per affrontare il tema dell’emergenza rifiuti, in particolare nel territorio della Sibaritide. Un incontro volto a monitorare le criticità ed individuare le soluzioni più idonee. Al termine dell’incontro la commissione ha ritenuto necessario convocare in audizione in una successiva seduta i direttori degli ATO di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria per disporre del quadro complessivo della problematica.
La relazione sull’emergenza rifiuti
La relazione sull’emergenza rifiuti
Nel corso della riunione il consigliere regionale Ferdinando Laghi del gruppo De Magistris Presidente ha chiesto e ottenuto che venisse allegata agli atti della commissione e al verbale di seduta una sua breve relazione sull’argomento. Laghi sul tema rifiuti ha inoltre chiesto che “si intervenga nell’interesse dei cittadini”. “Un tema come quello dello smaltimento dei rifiuti – afferma Laghi – avrebbe richiesto certamente maggior tempo”. Durante il suo l’intervento il consigliere Laghi si è soffermato sulle grosse criticità che tuttora persistono nel PRGR, ovvero il Piano Regionale Gestione Rifiuti della Regione Calabria. Tra gli aspetti maggiormente criticabili c’è l’incongruità dell’identificazione degli ATO con i territori delle 5 province calabresi, stante la grande diversità di estensione e di orografia dei territori provinciali. Un’altra criticità è legata all’idea di prevedere un singolo “ecodistretto” per ciascun ATO, per via proprio di questa eterogeneità di estensione ed orografica degli Ambiti Territoriali Ottimali. Il che si pone in evidente contrasto con il Principio di Prossimità del Testo Unico Ambientale che ha lo scopo di ridurre il più possibile la movimentazione dei rifiuti.
La tutela della salute dei calabresi
Ulteriore problematica, poi, è quella relativa allo smaltimento della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani, ovvero la FORSU, attraverso la Digestione Anaerobica finalizzata alla produzione di Syngas, “upgradato” poi a biogas. La combustione in loco, piuttosto che a distanza, incrementa i processi di combustione che sono alla base dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici. Per Laghi il Piano attuale riprende sostanzialmente l’impianto organizzativo e tecnico complessivo del precedente e, di conseguenza, anche gli errori di impostazione dello stesso, che hanno impedito una risoluzione dei problemi relativi allo smaltimento degli RSU – i Rifiuti Solidi Urbani – nella nostra Regione. “Le responsabilità dei problemi derivanti dall’errato smaltimento dei rifiuti non sono delle popolazioni, – denuncia Laghi – ma sono responsabilità politiche che vanno avanti dal 1997. L’organizzazione dello smaltimento, attraverso piani regionali che sono inadatti e inadeguati, non va nell’interesse delle popolazioni né economico, né di tutela della salute: questi piani tutelano ben altri interessi. Bisogna cambiare strada e decidere con i territori, fare delle scelte che abbiano come obiettivi prioritari la soluzione del problema, il rispetto dei cittadini calabresi in particolare della loro salute, dei loro interessi economici e dell’ambiente in cui vivono”.