il retroscena

Caos Vibo, cresce il fronte anti-Limardo: da destra a sinistra i nomi degli aspiranti sindaci

I giochi nel centrodestra, le mosse segrete dei moderati e le grandi manovre con sorprese in vista a sinistra: tutti i retroscena a un anno delle Comunali

Non ha alcuna intenzione di lasciare e punta addirittura a raddoppiare. Maria Limardo vorrebbe ricandidarsi a sindaco di Vibo perché ritiene necessario un secondo mandato per completare la sua opera; perché è convinta di aver seminato bene e di poter raccogliere i frutti del suo lavoro nel prossimo quinquennio; perché dalla sua stanza al primo piano di palazzo “Luigi Razza” vede una città in ripresa e non sull’orlo del dissesto. Dalla sua parte, tuttavia, è rimasto Giuseppe Mangialavori e pochi altri “fedelissimi” che indossano la casacca di Forza Italia tra i banchi della maggioranza. In questi ultimi mesi il centrodestra ha perso pezzi importanti in aula consiliare e si è via via sfilacciato dando l’impressione di uno sgretolamento che tiene a galla la giunta Limardo essenzialmente per il principio del “tengo famiglia” dei consiglieri comunali. L’ultimo a sbattere la porta è stato Agostino Naso ma prima di lui si erano staccati Katia Franzè, Giusi Colloca e Lorenza Scrugli.

I giochi nel centrodestra

I giochi nel centrodestra

La vera partita in vista delle elezioni comunali che si terranno tra un anno esatto si gioca altrove. Lontano dai corridoi di palazzo “Luigi Razza”, nelle segrete stanze dei soliti notabili della politica di ieri e di oggi, animatori del solito sistema di potere che ha contribuito in modo determinante ad affossare Vibo fino a renderla una pattumiera sul mare al posto di quel fantastico giardino al centro della Calabria. In mezzo le ambizioni dei partiti e le aspirazioni dei singoli in un gioco a incastri che coinvolge altre città calabresi interessate dalle amministrative del 2024. Mangialavori rivendicherebbe per sé Vibo con la regola non scritta del sindaco uscente da ricandidare. Non sembrano pensarla allo stesso modo i suoi alleati che tendono ad attribuire a Maria Limardo tutte le colpe come se la città fosse stata amministrata solo da lei e non da una coalizione marcatamente di centrodestra, ben rappresentata nell’esecutivo comunale. La “crociata” contro la Limardo potrebbe favorire l’ascesa dell’attuale presidente del Consiglio comunale Rino Putrino, vicinissimo al consigliere regionale Michele Comito. Con Forza Italia che rischia di finire all’angolo, crescono le ambizioni di Fratelli d’Italia e, soprattutto, quelle del coordinatore provinciale Pasquale La Gamba, già vice sindaco della città con aspirazioni attuali da primo cittadino. Sullo sfondo occhio all’avvocato Sabatino Falduto, presidente del Rotary, già candidato alle Regionali, fratello maggiore di Michele, assessore in quota Fratelli d’Italia nella giunta Limardo. Chi potrebbe mettere tutti d’accordo è il nome del professore Giulio Nardo, docente universitario molto apprezzato non solo a destra. La classica candidatura di superamento. Anche la Lega, però, aspira a dare il suo nome e se Vibo dovesse toccare al Carroccio, in quel gioco all’incastro che coinvolge Reggio e Lamezia, il più gettonato sarebbe il penalista Francesco Muzzopappa, candidato (non eletto) alle ultime regionali.

Le mosse segrete del terzo polo

Nel centrodestra, tuttavia, la parte del leone è destinata a essere recitata delle forze moderate e occhi indiscreti hanno più volte segnalato insieme il principale alleato di Mangialavori e azionista della giunta Limardo, Vito Pitaro, con i sovranisti dell’ex senatore Francesco Bevilacqua, i neo-calendiani Francesco De Nisi e Stefano Luciano, l’intramontabile Michele Ranieri, leader di Noi con l’Italia, assai critica con l’attuale sindaco per bocca dall’agguerrita Maria Rosaria Nesci. Un fronte anti-Limardo che vorrebbe dire la sua ed esprimere un suo candidato. Nomi? Vito Pitaro o qualcuno vicino a lui e per rimanere al centro lo stesso Stefano Luciano, l’anti-Limardo per eccellenza, già sfidante (perdente) dell’attuale primo cittadino. Più che un polo moderato, un vero e proprio terzo polo, incastonato tra la destra e la sinistra.

Le manovre nel centrosinistra

La situazione è tutt’altro che fluida anche nell’area di centrosinistra. Un passo in avanti lo ha già fatto Enzo Romeo, primo presidente della Provincia di Vibo Valentia poi defenestrato da Bruni e compagni a cavallo tra la fine degli anni novanta e l’inizio del terzo millennio. Il Partito democratico (soprattutto l’area cittadina composta dal tandem Colelli-Soriano) spinge per questa soluzione. Tutto fatto? Niente affatto malgrado il passo indietro del neurologo (anche lui aspirante sindaco) Mimmo Consoli che vorrebbe una figura più giovane in campo. Un modo che sbarrare la strada a Romeo. Non è e non sarà l’unico. Provano a mediare i due consiglieri regionali Antonio Lo Schiavo e Raffaele Mammoliti che vorrebbero puntare su una sorta di campo largo con dentro i Cinquestelle, i quali non sono convinti della “carta Romeo” mentre il loro capogruppo in consiglio comunale Domenico Santoro vorrebbe riprovarci. E se alla fine il candidato a sindaco del centrosinistra fosse proprio Antonio Lo Schiavo, battuto da Elio Costa nel 2015? Fantapolitica? A Vibo è tutto possibile, anche rivedere l’attuale consigliere regionale, eletto con De Magistris e passato al gruppo misto a palazzo Campanella, nuovamente tra le file del “nuovo” Pd di Elly Schlein. Lo hanno fatto Bersani e Speranza, può farlo lui. Con buona pace di Mammoliti e anche di Irto che come candidato a sindaco del centrosinistra non vorrebbe un “Papa straniero”.

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