di Danilo Colacino – Dati e valutazioni di Agenas e Miur, agenzie ministeriali indipendenti, basati su Piano nazionale esiti (Pne) e Scuole di Specializzazione, quelli proposti oggi nell’aula Salvatore Venuta dell’Unicz. Ecco il contenuto del report presentato stamani nel campus di Germaneto a Catanzaro dal titolo ‘Cardiochiurgia Umg, 10 anni fra assistenza, didattica e ricerca scientifica’. “Un’occasione importante per far conoscere alla cittadinanza regionale l’unica Cardiochirurgia universitaria pubblica calabrese”. Parole del direttore dello stesso reparto dell’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini, Pasquale Mastroroberto.
Trend positivo
Trend positivo
Prima di lui, però, è intervenuto il commissario della stessa Aou dell’Ateneo Vincenzo La Regina, subentrato a Giuseppe Gouliano circa sei mesi orsono su indicazione del governatore Roberto Occhiuto. Il dirigente ha affermato: “Oggi si può iniziare a fare una prima riflessione. Almeno per quanto mi riguarda, essendo io in carica da metà maggio scorso. Ebbene, le indicazioni ricevute da chi ha certificato questo rapporto segnalano un trend positivo in merito a peso medio dei Drg (acronimo tratto dalla lingua inglese che sta per raggruppamenti omogenei di diagnosi, ndr) e volume di attività. Tutto ciò – ha proseguito – induce a essere ottimisti per il futuro. Perché quando parte un processo nuovo e in un ambiente si instilla fiducia, si innesca un meccanismo virtuoso. E quindi, in previsione dell’incorporazione (fra Mater Domini e Ao Pugliese-Ciaccio, ndr), possiamo coltivare una speranza per aver ancor di più buona Sanità a Catanzaro e in Calabria”.
Area cardiologica Mater Domini
Un auspicio corroborato da alcuni numeri forniti dal professore Mastroroberto: “Il resoconto sulla produttività in termini di degenza ordinaria rileva che l’area del cardiocircolatorio produce tra il 50 e il 60% delle attività dell’intera Mater Domini, pur in carenza di personale medico, infermieristico e di operatori sociosanitari. La riprova nel fatto che, relativamente agli infermieri della Cardiochirurgia, su 17 ben 10 risultano avere un contratto a tempo determinato. Va poi detto che la medesima Aou è quella con il più basso numero di posti letto: 234. Al di là di tutto – ha spiegato ancora – bisogna profondere il massimo sforzo per ridurre la cosiddetta mobilità passiva per cui la Calabria è penultima nella graduatoria italiana, davanti soltanto alla maglia nera Campania con un disavanzo di più o meno 150 milioni di euro. Al primo posto per quella attiva c’è viceversa la Lombardia, che opera però per la grande maggioranza con strutture private. Altro obiettivo fondamentale è come ovvio ridurre la mortalità e aumentare il tasso degli interventi fatti. Ma su quest’ultimo versante, stiamo già ottenendo risultati tangibili essendo passati dalle 318 operazioni del 2019 alle potenziali 450 di quest’anno in cui pochi giorni fa eravamo a oltre 420. Ma uno degli aspetti più importanti – ha concluso l’illustre clinico – resta l’integrazione. Che pur essenziale, non mi pare ancora così immediata rispetto alla sua concretizzazione. Malgrado si ascoltino sempre messaggi rassicuranti in proposito. Ecco perché mi auguro in primis che le parti in causa siano d’accordo e accelerino i tempi”.