Carenza di medici, Lega Calabria: “Abolizione del numero chiuso all’Università”

Secondo il commissario regionale "in questo modo si allarga la base dei possibili laureati e, nello stesso, tempo vanno avanti i migliori"
Matteo Salvini

“Spesso si gioca a perdere e non si cerca di trovare soluzioni sostenibili e strutturali. In Italia, come nel resto dell’Europa, mancano i medici. Bisogna, pertanto, avere il coraggio di eliminare il numero chiuso e consentire a tutti i ragazzi, che vogliono iniziare gli studi università nella facoltà di medicina, di poter avere libero accesso. I primi due anni devono esser molto rigidi e selezionare i migliori. Solo questi devono poter andare avanti. In questo modo si allarga la base dei possibili laureati in medicina e, nello stesso, tempo vanno avanti i migliori. In questo modo, si evita che molti ragazzi vadano all’estero e paghino somme rilevanti, per poi rimanere ivi”. Lo dichiara Giacomo Francesco Saccomanno, commissario regionale della Lega

“Si consente – aggiunge – a costoro di rimanere nel proprio territorio, compresa la specializzazione, e di poter, poi, svolgere la propria attività. Quindi, una serie di ragioni comprensibili a tutti e del tutto razionali che non possono che portare, appunto, alla liberazione dell’iscrizione alla facoltà di medicina. Ogni altra ipotetica alternativa è solo un palliativo che non solo non porta in prospettiva nessuna speranza di miglioramento, ma allontana sempre più i giovani dai propri territori. E una volta andati via e specializzatesi fuori regione difficilmente ritornano. Non si comprendono, pertanto, le ragioni per le quali non si vuole risolvere definitivamente il problema e si continui a giocare con soluzioni che tendono solo ad aggravare le attuali condizioni. La politica – conclude Saccomanno – deve intervenire e andare verso percorsi positivi e virtuosi, eliminando presunte soluzioni che non sono altro, specialmente in una visione futura, che una perdita di tempo”.

“Si consente – aggiunge – a costoro di rimanere nel proprio territorio, compresa la specializzazione, e di poter, poi, svolgere la propria attività. Quindi, una serie di ragioni comprensibili a tutti e del tutto razionali che non possono che portare, appunto, alla liberazione dell’iscrizione alla facoltà di medicina. Ogni altra ipotetica alternativa è solo un palliativo che non solo non porta in prospettiva nessuna speranza di miglioramento, ma allontana sempre più i giovani dai propri territori. E una volta andati via e specializzatesi fuori regione difficilmente ritornano. Non si comprendono, pertanto, le ragioni per le quali non si vuole risolvere definitivamente il problema e si continui a giocare con soluzioni che tendono solo ad aggravare le attuali condizioni. La politica – conclude Saccomanno – deve intervenire e andare verso percorsi positivi e virtuosi, eliminando presunte soluzioni che non sono altro, specialmente in una visione futura, che una perdita di tempo”.

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