Chiusa un’azienda agricola/zootecnica e passate al setaccio due attività commerciali.
Abbassata saracinesca ad un’azienda di Limbadi. La stessa fa capo alla famiglia di ‘ndrangheta dei Mancuso a cui viene addebitata l’attivazione e la conduzione di deposito derrate alimentari. Nonché carenze igienico sanitarie e mancanza di notifica della Scia (in base all’art.6 c.3 e c.5 del D.Lgs.193/2007 in violazione al Reg CE 852/2004).
Abbassata saracinesca ad un’azienda di Limbadi. La stessa fa capo alla famiglia di ‘ndrangheta dei Mancuso a cui viene addebitata l’attivazione e la conduzione di deposito derrate alimentari. Nonché carenze igienico sanitarie e mancanza di notifica della Scia (in base all’art.6 c.3 e c.5 del D.Lgs.193/2007 in violazione al Reg CE 852/2004).
Amministratore unico dell’azienda di Limbadi è un figlio di Mancuso Giuseppe detto “Peppe ‘mbrogghia”.
Classe 1949, detenuto in regime carcerario 41 bis, capo di una delle articolazioni ‘ndranghetiste di Limbadi. I Carabinieri del Nas, infatti, hanno riscontrato che all’interno della struttura in questione c’era un deposito di derrate alimentari in carenti condizioni igienico strutturali, nonché carenze documentali, visto che mancava la Scia/Dia sanitaria. Disposta, dunque, la chiusura/sospensione dell’azienda. Quanto oggetto di vincolo ammonta a circa 75mila euro.
Altre due attività commerciali controllate (nello specifico due generi alimentari). In una accertato un lavoratore in nero. Rilevate, pertanto, violazioni amministrative per circa 3mila e 600 euro. La minuziosa attività di controllo – di cui sono titolari i Carabinieri – rientra nei servizi disposti dalla Divisione Unità Specializzate del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, nell’ambito del programma “Anti caporalato 2019”.
Redazione Calabria 7