di Matteo Brancati – No, non dovevate scendere al Sud. Dovevate rimanere al Nord. Non perché non vi vogliamo bene o ci state antipatici. Nemmeno perché disturbate. Niente di tutto questo. Non intendiamo attaccare nessuno. Semplicemente non dovevate prendere quei treni da Milano, in uno strano sabato sera di marzo, proprio perché avete messo a repentaglio la vostra vita e quella degli altri.
E’ vero. Quando parliamo del coronavirus non parliamo di un’epidemia che registra un alto tasso di mortalità. ma di un virus in grado di far collassare il sistema sanitario italiano, già in difficoltà per alcune scelte scellerate della politica. Carenza di personale, posti letto in meno, ospedali chiusi sono solo alcuni problemi che riguardano la sanità del nostro Paese. E il coronavirus fa paura proprio per questo motivo. Perché richiede la cura di un vasto numero di pazienti in terapia intensiva, una grossa percentuale in più rispetto alle strutture a disposizione. E se i contagi non dovessero essere fermati, o quantomeno limitati, la percentuale di morte sarebbe molto più ampia dell’attuale 3-4%, in quanto le cure non potrebbero bastare per tutti. Nelle scorse settimane avevamo lodato la Cina per aver costruito a Wuhan due ospedali in pochissimi giorni. Una decisione, assunta dal governo cinese per fronteggiare la grave emergenza e curare i malati più gravi per la mancanza di posti, accolta in Italia con “soddisfazione” e “stupore”. Una decisione che ancora oggi fa capire come il sistema sanitario cinese è differente rispetto a quello italiano (e non si sta parlando della bravura dei medici, sia chiaro). E pensate che nonostante ciò, i posti letto non erano ancora sufficienti.
E’ vero. Quando parliamo del coronavirus non parliamo di un’epidemia che registra un alto tasso di mortalità. ma di un virus in grado di far collassare il sistema sanitario italiano, già in difficoltà per alcune scelte scellerate della politica. Carenza di personale, posti letto in meno, ospedali chiusi sono solo alcuni problemi che riguardano la sanità del nostro Paese. E il coronavirus fa paura proprio per questo motivo. Perché richiede la cura di un vasto numero di pazienti in terapia intensiva, una grossa percentuale in più rispetto alle strutture a disposizione. E se i contagi non dovessero essere fermati, o quantomeno limitati, la percentuale di morte sarebbe molto più ampia dell’attuale 3-4%, in quanto le cure non potrebbero bastare per tutti. Nelle scorse settimane avevamo lodato la Cina per aver costruito a Wuhan due ospedali in pochissimi giorni. Una decisione, assunta dal governo cinese per fronteggiare la grave emergenza e curare i malati più gravi per la mancanza di posti, accolta in Italia con “soddisfazione” e “stupore”. Una decisione che ancora oggi fa capire come il sistema sanitario cinese è differente rispetto a quello italiano (e non si sta parlando della bravura dei medici, sia chiaro). E pensate che nonostante ciò, i posti letto non erano ancora sufficienti.
Per tutti questi motivi non dovevate scendere dalla zona rossa, ma adesso che siete in Calabria rispettate le norme che il governo, nazionale e regionale, impone. Fatelo per voi, per tutti, perché l’etica e la morale spingono per non infrangere le regole. Perché se in questi minuti ancora intendete correre dai vostri genitori, parenti, fidanzati o fidanzate, significa non volere bene a nessuno.
Redazione Calabria 7