di Danilo Colacino – Un Carlo Tansi a tutto campo. Senza peli sulla lingua, come d’abitudine del resto. Pronto a dire le sue amare verità ai nostri microfoni – quelli di calabria7.it – in un’intervista esclusiva che di sicuro farà discutere.
E già, perché l’ex direttore della Protezione Civile calabrese ha parlato perfino di ciò che ha trovato nei cassetti delle stanze del Dipartimento non risparmiando critiche ad alcuno.
E già, perché l’ex direttore della Protezione Civile calabrese ha parlato perfino di ciò che ha trovato nei cassetti delle stanze del Dipartimento non risparmiando critiche ad alcuno.
Accorato, pertanto, l’appello che rivolge al procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e a tutti gli altri suoi colleghi ai vertici della funzione requirente della magistratura al lavoro nelle varie città della regione a cui ha detto: “Vi prego: indagate, indagate, indagate”.
Ironica poi la risposta data a una nostra domanda relativa a un suo imminente, o comunque prossimo, coinvolgimento in politica: “Mi ci vede in una simile veste a fungere da mediatore? Io sono un tecnico che al massimo può operare in una terra minacciata da uno dei più alti coefficienti di rischio sismico e idrogeologico. Il resto, le ribadisco, non fa per me”.
Ma gli strali del già direttore sono soprattutto indirizzati alla burocrazia, a suo avviso “male oscuro della Calabria, che è la regione più bella del mondo”.
Ecco perché afferma caustico: “I nostri burocrati sono i più bravi in assoluto quando vogliono, tanto è vero che per la mia defenestrazione hanno compiuto un capolavoro. Lo dico ironicamente, ma fino a un certo punto. Si sono infatti mossi in maniera molto rapida e con un atto ineccepibile sul piano formale.
Peccato, però, che quando dovrebbero invece agire per il bene della collettività, contribuendo ad assottigliare la massa di problemi esistenti, siano assai meno solerti”. Affondi micidiali, Tansi li riserva tuttavia anche al consigliere regionale Mimmo Tallini – che etichetta come il responsabile del suo avvicendamento – e al sindacato Cisal, sempre secondo lui difensore di “lavoratori privilegiati poiché ingiustamente strapagati senza averne titolo e qualifica”. Basti pensare che – aggiunge – alla Prociv di Catanzaro erano in forza ben 91 dipendenti. Roba che neppure alla Nasa”.
Caricaturale, infine, il passaggio che fa sulla Calabria degli interessi privati: “La vera regione di Cetto la Qualunque”.
Un luogo stupendo, lo ripete più volte, ma oppresso da una cappa insopportabile. Questo il senso di uno stralcio delle ultime dichiarazioni che rende ai nostri microfoni prima di congedarsi con l’aria di chi non intende mollare di un centimetro.