Il Partito animalista italiano, con il suo presidente Cristiano Ceriello, ha formalizzato a tutte le Procure della Repubblica 103 esposti con cui chiede l’“apertura di fascicoli per valutare se gli aumenti dei carburanti siano frutto di truffe e comportamenti sleali di mercato. Sia i prezzi della benzina che del diesel – si legge in una nota – hanno portato i carburanti a prezzi esorbitanti, anche a superare sui tratti autostradali il prezzo di 2,50 al litro. Ciò palesando in circa una settimana anche aumenti che hanno superato 0.60/0.70 centesimi al litro, tra gli altri vengono segnalate circostanze in cui sui territori a pochi chilometri di distanza i prezzi divergano anche di 0.20/0.25 centesimi al litro”.
“Il prezzo dei carburanti è dato dalla somma di tre voci”
“Il prezzo dei carburanti è dato dalla somma di tre voci”
Eppure, sostiene il Partito animalista nell’esposto, “come noto, nel settore commerciale, l’acquisto del petrolio per la raffinazione e successiva vendita al consumo, verte sul cosiddetto ‘mercato del petrolio’, difatti il prezzo dei carburanti, dato dalla somma di tre voci: il Platts, il valore dei carburanti a livello internazionale; il margine lordo dell’industria petrolifera; la tassazione (composta dalle accise e dall’IVA). La somma di queste tre componenti determina il prezzo finale di benzina e diesel, quello che paghiamo alla pompa quando facciamo rifornimento”.
Proposte “modalità di calcolo del prezzo al consumatore”
Per il Partito animalista italiano, che propone anche “modalità di calcolo del prezzo al consumatore”, di conseguenza, visto il “lasso di tempo precedente alla vendita al consumo”, l’attuale vendita “non pare giustificare i prezzi applicati agli utenti”. Gli aumenti, a giudizio del partito, stanno creando una “non solo danni al comparto economico, ma anche ai consumatori, famiglie e nel nostro caso volontari e staffette animaliste, oramai sofferenti, ‘prostrati’ da prezzi insostenibili del carburante”.