Zennaro, imprenditore veneto, titolare di una ditta che produce trasformatori elettrici è stato arrestato per una presunta truffa. Il caso riguarderebbe una mancata certificazione di conformità di trasformatori prodotti in Italia e venduti in Sudan, legata all’impiego di alluminio al posto del rame. “Riprendiamoci Zennaro”, questo il testo degli striscioni affissi in tutta Italia e anche a Lamezia Terme dai militanti di CasaPound Italia per richiedere la liberazione immediata di Marco Zennaro, attualmente ai domiciliari in Sudan con l’accusa di frode e in attesa di processo. “Non dobbiamo lasciar calare l’attenzione sul caso Marco Zennaro. Non possiamo permetterci di dimenticare un nostro connazionale rinchiuso ingiustamente da uno stato esterno e in attesa di quello che, viste le premesse, quasi sicuramente sarà un processo farsa – afferma un portavoce di CasaPound Italia – Ci aspettiamo maggior incisività dalla Farnesina, la cui azione fino ad ora è stata condita da dichiarazioni che denotato una singolare gestione del caso. Uno stato degno di questo nome sarebbe già intervenuto per riportare a casa il proprio cittadino, tanto più alla luce delle dichiarazioni di alcuni rappresentanti del governo sudanese che, vista l’inconsistenza delle accuse, sotto gli occhi di tutti, si sono spesi in prima persona per aiutare Zennaro, al contrario dei nostri rappresentanti. Come CasaPound non possiamo lasciar cadere la vicenda nel dimenticatoio: non vogliamo rischiare che Zennaro, come tanti altri nostri connazionali nel mondo, rimanga a marcire in una prigione nella totale indifferenza di uno stato che ha evidentemente dimenticato una delle sue prerogative: salvaguardare, proteggere e difendere i propri cittadini, anche fuori dai confini nazionali”.