Case a luci rosse a Catanzaro, 60 o 80 euro a prestazione: gli affari sporchi del vigilante della Regione

Le donne costrette a prostituirsi per bisogno. La confessione: "Una stretta cerchia di clienti, ma abituali e over 50"

Utilizzava due case, entrambe ubicate nel centro di Catanzaro, per programmare, organizzare incontri a luci rosse, sfruttando donne residenti in città o nell’hinterland, in difficoltà economiche, reclutando una stretta cerchia di clienti, ma che frequentavano quelle abitazioni con cadenza settimanale o bisettimanale. Un’attività portata avanti per ben 10 anni, dal 2013 al 2023 e stroncata nella mattinata di oggi quando i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura, coordinati dal comandante Gerardo Lardieri, hanno bussato alla porta di Cesare Curcio, 58 anni, di Catanzaro, attualmente vigilante alla Regione Calabria, per notificargli un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, vergata dal gip Chiara Esposito, su richiesta del procuratore aggiunto Giulia Pantano e dei sostituti Saverio Sapia e Stefania Caldarelli, per induzione, favoreggiamento e sfruttamento tentato e consumato alla prostituzione (LEGGI).

L’organizzatore che si faceva pagare anche in natura

L’organizzatore che si faceva pagare anche in natura

Arricchiva il suo portafoglio, chiedendo il compenso per l’attività di mediazione, ma si faceva pagare anche in natura, o compensava debiti che aveva nei confronti di un assicuratore, anche lui cliente delle vittime, con l’aggravante  di aver indotto alla prostituzione anche una donna, con un’invalidità del 65%, per accertata “depressione maggiore cronica grave” . Gli investigatori intercettano l’uomo nell’ambito di un’altra indagine e ascoltando le sue conversazioni telefoniche si accorgono che c’è anche dell’altro. Una donna lo chiama per chiedergli di contattare un dottore di sua conoscenza per ottenere uno sconto per una visita specialistica per sua figlia e Curcio le ricorda una loro precedente relazione sessuale, chiedendole poi di riprendere gli incontri con compensi economici assicurati per le prestazioni sessuali e di incontrarsi anche con il suo amico. La risposta è affermativa e Curcio le propone di recarsi due giorni a settimana per “offrire”prestazioni ad entrambi, concordando con l’amico le condizioni, indicandogli la possibilità di vederla due volte a settimana, pagando alla donna la somma di 50 euro per la prestazione, più 10 euro di rimborso per le spese di viaggio, più ulteriori 20 euro direttamente a lui per l’utilizzo dell’immobile. Il suo amico accetta l’offerta proponendo per il pagamento della prima prestazione una compensazione del suo debito con un credito vantato nei confronti di Curcio per via di un’assicurazione sulla macchina.

Vittime in stato di bisogno

Da questa conversazione emerge l’attività di meretricio e gli investigatori intensificano le intercettazioni, scoprendo un giro più vasto di donne coinvolte nell’attività di meretricio. Una di loro, chiamata a sommarie informazioni ammette di essere stata vittima di sfruttamento della prostituzione da parte di Curcio rivelando contorni ben più estesi rispetto a quelli inizialmente ipotizzati nell’intercettazione. L’uomo induce la donna nel corso degli ultimi sei anni a stare con circa dieci uomini diversi, i quali si alternavano nei continui appuntamenti con cadenza bisettimanale.  “L’ho conosciuto di fronte al Tribunale, (dove all’epoca dei fatti svolgeva l’attività di vigilante ndr) , stavo aspettando una mia amica e abbiamo cominciato a parlare del più e del meno. Così ci siamo scambiati il numero e dopo un po’ che ci siamo sentiti, gli ho manifestato i miei problemi economici e il fatto che ero alla ricerca di lavoro, lui mi ha proposto di fare sesso con altri uomini a pagamento. Così ho cominciato a prostituirmi in due posti che lui mi ha dato a disposizion.e Dopo aver consumato il rapporto il cliente mi dava tra le 60 e gli 80 euro. Gli incontri sono andati avanti fino all’anno scorso,  lui comunque ha continuato a propormeli, ma io l’ho bloccato, perché non voglio. Incontravo due persone a settimana. La cerchia di persone era comunque ristretta circa una decina e venivano più volte. In ogni caso era sempre Cesare l’intermediario per gli incontri, io non ho mai dato il mio numero a nessuno. Tutti i miei clienti avevano un’età sopra ai 50 anni e voglio aggiungere che una volta ho avuto un rapporto sessuale con Cesare ma lui non mi ha pagato”.  Un giro di prostituzione nel centro città confermato non solo dalle dichiarazioni dalle vittime, ma anche dagli stessi clienti, sentiti anche loro dagli investigatori.

LEGGI ANCHE | Case a luci rosse a Catanzaro, le confessioni dei clienti e le intercettazioni: “La carne fresca costa”

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