Si chiude con un patteggiamento l’indagine nei confronti di Cesare Curcio, 58 anni, di Catanzaro, barbiere e vigliante delle Regione Calabria, accusato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento tentato e consumato alla prostituzione. L’uomo, destinatario nel mese di giugno di una misura cautelare agli arresti domiciliari vergata dal gip vergata dal gip Chiara Esposito su richiesta dei sostituti procuratori Saverio Sapia e Stefania Caldarelli, poi ad agosto rimesso in libertà, ha patteggiato la pena a due anni di reclusione. Si chiude quindi con una condanna in fase di indagine, l’inchiesta che ha fatto luce su un’attività di meretricio portata avanti per ben dieci anni, dal 2013 al 2023, scattata attraverso il servizio intercettivo dei carabinieri della sezione di pg della Procura, coordinata dal comandante Gerardo Lardieri, che hanno individuato due case, entrambe ubicate nel centro di Catanzaro, dove l’uomo programmava, organizzava incontri a luci rosse, sfruttando donne residenti in città o nell’hinterland, in difficoltà economiche, reclutando una stretta cerchia di clienti, ma che frequentavano quelle abitazioni con cadenza settimanale o bisettimanale.
L’organizzatore che si faceva pagare anche in natura
L’organizzatore che si faceva pagare anche in natura
Arricchiva il suo portafoglio, chiedendo il compenso per l’attività di mediazione, ma non disdegnava il pagamento in natura, o compensava debiti che aveva nei confronti di un assicuratore, anche lui cliente delle vittime, con l’aggravante di aver indotto alla prostituzione anche una donna, con un’invalidità del 65%, per accertata “depressione maggiore cronica grave” . Gli investigatori intercettano l’uomo nell’ambito di un’altra indagine e ascoltando le sue conversazioni telefoniche si accorgono che c’è anche dell’altro. Una donna lo chiama per chiedergli di contattare un dottore di sua conoscenza per ottenere uno sconto per una visita specialistica per sua figlia e Curcio le ricorda una loro precedente relazione sessuale, chiedendole poi di riprendere gli incontri con compensi economici assicurati per le prestazioni sessuali e di incontrarsi anche con il suo amico. La risposta è affermativa e Curcio le propone di recarsi due giorni a settimana per “offrire”prestazioni ad entrambi, concordando con l’amico le condizioni, indicandogli la possibilità di vederla due volte a settimana, pagando alla donna la somma di 50 euro per la prestazione, più 10 euro di rimborso per le spese di viaggio, più ulteriori 20 euro direttamente a lui per l’utilizzo dell’immobile. Il suo amico accetta l’offerta proponendo per il pagamento della prima prestazione una compensazione del suo debito con un credito vantato nei confronti di Curcio per via di un’assicurazione sulla macchina.
Vittime in stato di bisogno
Da questa conversazione emerge l’attività di meretricio e gli investigatori intensificano le intercettazioni, scoprendo un giro più vasto di donne coinvolte nell’attività di meretricio. Una di loro, chiamata a sommarie informazioni ammette di essere stata vittima di sfruttamento della prostituzione da parte di Curcio rivelando contorni ben più estesi rispetto a quelli inizialmente ipotizzati nell’intercettazione. L’uomo induce la donna nel corso degli ultimi sei anni a stare con circa dieci uomini diversi, i quali si alternavano nei continui appuntamenti con cadenza bisettimanale. “L’ho conosciuto di fronte al Tribunale, (dove all’epoca dei fatti svolgeva l’attività di vigilante ndr) , stavo aspettando una mia amica e abbiamo cominciato a parlare del più e del meno. Così ci siamo scambiati il numero e dopo un po’ che ci siamo sentiti, gli ho manifestato i miei problemi economici e il fatto che ero alla ricerca di lavoro, lui mi ha proposto di fare sesso con altri uomini a pagamento. Così ho cominciato a prostituirmi in due posti che lui mi ha dato a disposizion.e Dopo aver consumato il rapporto il cliente mi dava tra le 60 e gli 80 euro. Gli incontri sono andati avanti fino all’anno scorso, lui comunque ha continuato a propormeli, ma io l’ho bloccato, perché non voglio. Incontravo due persone a settimana. La cerchia di persone era comunque ristretta circa una decina e venivano più volte. In ogni caso era sempre Cesare l’intermediario per gli incontri, io non ho mai dato il mio numero a nessuno. Tutti i miei clienti avevano un’età sopra ai 50 anni e voglio aggiungere che una volta ho avuto un rapporto sessuale con Cesare ma lui non mi ha pagato”.
Le dichiarazioni dei clienti agli investigatori
Un giro di prostituzione nel centro città confermato non solo dalle dichiarazioni dalle vittime, ma anche dagli stessi clienti, sentiti anche loro dagli investigatori. “Immagino mi abbiate chiamato perché avete scoperto un giro di prostituzione. Tutto è cominciato quando ho conosciuto Cesare Curcio, nel 2018, che è il mio barbiere. Parlando con lui, dopo essere entrato in confidenza, gli ho chiesto se mi poteva presentare qualche donna con cui volevo andare. Così lui mi ha presentato varie donne”. Un cliente, di professione assicuratore, invitato dalla sezione di pg dei carabinieri della Procura di Catanzaro a rendere dichiarazioni, non si sorprende della convocazione e vuota il sacco raccontando come l’indagato, si occupasse del business delle prostitute: individua i clienti, fissa gli appuntamenti e mette a disposizione le abitazioni dove si consumano i rapporti sessuali. Ammette di essersi visto con una donna due volte, con un’altra tre e parla dei sei incontri avuti con un’altra ancora, dichiarando di aver dato a ciascuno di loro 50 o 60 euro “a botta”, riferisce gli incontri avvenuti in una casa di via Fontana Vecchia, nel centro di Catanzaro, dopo che “Cesarino” aveva fornito le chiavi di quell’appartamento, i cui proprietari erano assenti, perché vivevano fuori regione.
“Mi rivolgevo a Cesarino per prestazioni extra o per nuove esperienze”
Ad organizzare gli appuntamenti era sempre Curcio, ricambiando con sconti su quattro auto assicurate da lui, per un totale di circa 200 euro annui o gli faceva sulla polizza dilazioni gratuite. Un altro cliente racconta agli investigatori di aver avuto più volte prestazioni sessuali con una donna che si faceva chiamare “Antonella”, ma di cui disconosce i suoi veri dati anagrafici, tramite incontri organizzati dal barbiere, un rapporto sessuale per il quale ha tolto dal portafogli 50 euro. “Mi sono organizzato con Cesarino, io chiedevo se mi procurasse qualche donna di Catanzaro per avere prestazioni sessuali extra, anche per curiosità o solo per nuove esperienze. Mi sono rivolto a lui per ottenere queste prestazioni in quanto nel suo locale si parla spesso di donne di facili costumi. C’era una donna oltre ad Antonella diceva Cesarino di San Pietro Apostolo sposata disposta a prostituirsi, in quanto aveva necessità e anche perché il marito la maltrattava . Non ho mai dato soldi a Cesarino, oltre ad essere reciproci clienti io del suo salone io del mio bar, gli ho fornito dei polli o conigli”. La maggior parte dei clienti, tutti uomini sposati, ma anche le donne che si prostituivano lo erano, oltre ad essere madri di famiglia.
“Non sono carne fresca, ma costo. La qualità va premiata”
Nelle carte della richiesta di misura cautelare formulata dalla Procura di Catanzaro che aveva chiesto il carcere nei confronti di Curcio, emergono diverse conversazioni spiate dai carabinieri, in cui i clienti sono disposti a sborsare 200, 300 euro a ragazze consenzienti a prostituirsi e ci sono lucciole che non si accontentano di abbassare il prezzo oltre una certa cifra anche “se non sono carne fresca”, ma ci danno dentro per accontentare l’acquirente. “Sì, sì, lui vuole fare tutte le cose, poi arriva con l’elemosina. Io non lo faccio per professione, quindi ti faccio un esempio non è che dici tu lo fai tutti i giorni guardagno mille euro al giorno, oppure 500 euro al giorno, allora dici tu va bene a 50 euro alla volta, a 50 e 50 arrivi ad una cifra, io lo faccio di tanto in tanto, quindi insomma devi anche pagare un attimino la qualità. Cioè se tu vai, con questo non voglio offendere nessuno, a farti una scopata parliamoci chiaro con una straniera che fa H 24, tu ti prendi liccatine di tutti, con me c’è una cosa diversa. Quindi un attimino la qualità la vuoi pagare, per 20 euro, per 50 euro vai da una straniera e fai quello che vuoi, la straniera dopo 10 minuti che tu non sei venuto ti prende a calci in culo e ti caccia fuori, a parte il fatto che appena entri gli devi dare i soldi, poi dopo 10 minuti con il preambolo di cazzi ti dice via scarrozza di qua. Guarda io in genere mi prendo 100 euro e sotto i 70 non scendo. Io non sono carne fresca, però non ti puoi presentare con 50 euro, non esiste”.